Pupi Avati ai microfoni di ‘VelvetCinema’: “L’ultimo film racconta quello che so io della vita nei riguardi dei sogni che si fanno”.
Pupi Avati non ha nessuna intenzione di fermarsi. Il regista è approdato al cinema con La quattordicesima domenica del tempo ordinario e VelvetCinema lo ha intervistato a margine di un evento a Roma.
Un incontro che ha portato Pupi Avati a raccontare consa lo ha spinto a dare vita ad un film simile: “Racconto quello che so io della vita nei riguardi dei sogni che si fanno. Per alcuni questi restano semplicemente sogni, per altri, invece, sono destinati, anche se in modo rarissimo, a diventare realtà. Ho deciso di fare questo lavoro a 84 anni perché posso dire cos’è la vita“.
In questa intervista Pupi Avati ha svelato anche i due attori con i quali avrebbe avuto il piacere di collaborare: “Ne ho due: Alberto Sordi e Marcello Mastroianni. Entrambi si erano candidati per un film. Il primo, però, ritenne la proposta troppo piccola. Voleva fare il protagonista e probabilmente ho sbagliato io. Il secondo si ammalò“.
E su chi potrebbe prendere la sua eredità il regista non ha dubbi: “Ognuno ha sua identità. Ci sono molti registi che ammiro, ma naturalmente Pupi Avati è Pupi Avati, gli altri sono gli altri. Sicuramente il nostro cinema ha dei fenomeni che s sono imposto nel mondo. Poi c’è quel cinema commerciale che passa dalla sala, ma è fatto per lo schermo“.
Pupi Avati ha parlato anche delle condizioni del cinema italiano: “Lo stato di salute è ottimo. Abbiamo una infinità di registi che finalmente raccontano anche cose più importante e ambiziose. Purtroppo le sale sono vuote, ma fortunatamente le arene sono sempre piene e io faccio sold out. Improvvisamente l’estate la gente sembra avere voglia di tornare al cinema“.
Una conclusione sul suo sogno. “E’ quello di non accorgermi di dire ‘Motore e azione’ e non essere io a dire ‘stop’, ha svelato il regista ai microfoni di VelvetCinema.