E’ partito il conto alla rovescia di Patrick Zaki per il ritorno in Italia dopo la grazia concessa da Al Sisi. Ecco quanto dovrebbe arrivare l’attivista egiziano.
La giornata di ieri è stata cruciale per Patrick Zaki. La grazia concessa dal Al Sisi ha permesso al ricercatore e attivista di non trascorrere il prossimo anno e mezzo in carcere dopo la condanna del tribunale di Mansura ed ora per lui è tutto pronto per il ritorno in Italia e nella ‘sua’ Bologna.
Le tempistiche ancora non sono chiarissime, ma dall’Egitto arrivano dei chiarimenti molto importanti su come funziona il rilascio di un detenuto. Infatti, come riportato dall’Ansa, attualmente il ricercatore si trova nella Direzione di polizia e solamente nelle prossime ore sarà ufficialmente libero.
Secondo un poliziotto egiziano sentito da una fonte giornalistica egiziana, difficilmente Zaki arriverà in Italia nella mattinata odierna. Nelle scorse ore l’ex candidato presidenziale, Khaled Ali, aveva ipotizzato un rilancio già nelle prime ore del 20 luglio e quindi una partenza immediata per il nostro Paese.
Ipotesi esclusa dal poliziotto. Attualmente Zaki si trova nel Distretto di polizia di Nuova Mansura e solitamente i detenuti vengono rilasciati al termine della giornata e quindi l’ipotesi è quella di un ritorno in libertà nel pomeriggio. Patrick, stando sempre a questa fonte, in un primo momento dovrebbe essere trasferito a Gamassa e poi al commissario di Mansura per sbrigare le ultime procedure e solamente dopo sarebbe ufficialmente libero. Per questo motivo il ritorno in Italia potrebbe avvenire tra la serata di oggi e la mattinata di domani, ma anche su questo non si hanno ad oggi certezze.
La decisione di Al-Sisi è stata accolta con molta soddisfazione anche dal governo italiano. Intervenuto a 24 Mattino, in onda su Radio 24, il ministro Tajani, citato da Lapresse, ha parlato di “una Italia determinante per la grazia concessa a Zaki. E’ stato un lavoro corale. E’una bella notizia per tutti ed ora il ricercatore potrà venire nel nostro Paese per lavorare ed avere una bella carriera davanti. Baratto? Non facciamo queste cose, siamo persone serie. Abbiamo semplicemente permesso ad un giovane che rischiava di stare in carcere di tornare in Italia“.