“Se imporrei anche la cravatta? No, perchè alcuni non sanno farsi il nodo…” Lo dice in esclusiva a Notizie.com il vice presidente del Consiglio Regionale del Lazio, il leghista Pino Cangemi. Alla Pisana è l’inizio di una nuova era. “Ci teniamo alla forma e alla sostanza”
“Luglio col bene che ti voglio vedrai non finirà”, cantava Riccardo Del Turco. Qualche anno dopo Jovanotti ci portava dentro una “Nuova Era”. Ma che ci azzeccano, direte voi, questi due brani accostati uno all’altro? Nulla, se non fosse che vengono in mente davanti ad una notizia a metà tra politica e decoro.
Si perchè alla Regione Lazio, è scattata la rivoluzione o restaurazione. Fate vobis. ‘Stop infradito anche col caldo’, dress code del consiglio Lazio. Il segretario generale invita a rispettare le regole”. Riporta l’agenzia di stampa Ansa. Si tratta di un richiamo per far capire bene a chi entra in Consiglio regionale di indossare un adeguato abbigliamento. E come scrive sempre oggi La Repubblica, alla Pisana i vigilantes sarebbero disperati, perché ogni giorno si troverebbero a discutere con chi, in calzoncini e ciabatte, vorrebbe comunque entrare nel palazzo. Eccolo dunque il richiamo dalla segreteria regionale dell’ente, con la richiesta di rispettare la delibera dell’ufficio di presidenza del 2019.
Cosa prevede la delibera? Si scrive che “non è consentito l’ingresso a persone abbigliate in modo non decoroso, non confacente al luogo e che ne impedisca l’identificazione”. Notizie.com è rimasta particolarmente incuriosita dalla novità e ne ha voluto parlare con chi ha voluto che venisse “promulgata”, ovvero il vice presidente del Consiglio Regionale del Lazio, il leghista Pino Cangemi.
Cangemi si è trattato di una estrema ratio il fatto di ricorrere a questa delibera sul dress code alla Pisana?
“Nessuna estrema ratio, solo la richiesta di applicare il regolamento. L’Aula del Consiglio Regionale è luogo importante, bisogna dunque mantenere alto il decoro. Dai visitatori ai dipendenti”.
Inclusi i consiglieri ovviamente?
“Tutti debbono essere ligi alle regole e noi consiglieri dobbiamo dare l’esempio. Si entra in Consiglio sempre mantenendo il decoro”.
Quindi sempre la giacca, anche con queste temperature folli?
“La giacca va sempre indossata, la cravatta non è indispensabile. Fuori fa molto caldo? Dentro abbiamo l’aria condizionata. Vale per i dipendenti come dicevo come per tutte le strutture organizzative. Mi sembra strano che questa decisione faccia tanto rumore, ma mi fa anche piacere perchè se ne parla. E poi riprende semplicemente una circolare di qualche tempo fa. E’ un richiamo doveroso, perchè è iniziata una nuova legislatura. E noi ci teniamo sia alla forma che alla sostanza!”
Ok sempre giacca per gli uomini, e le donne invece? Mi riferisco a consigliere, giornaliste, dipendenti…
“Ha mai visto venire a lavoro qualcuno in pareo o costume e infradito…ci teniamo noi all’abbigliamento. Pensi che quando io presiedo il Consiglio faccio uscire dall’Aula chi non indossa la giacca”.
Senza distinzioni di casacca?
“I primi richiami sono arrivati nei confronti di colleghi di centrodestra!”
Se non vuole non mi faccia nomi o cognomi, ma per ricorrere alla delibera è capitato che abbia assistito a qualche scena indecorosa?
“Nessuna scena che mi abbia dato fastidio, ma bisogna partire col piede giusto. Se mi vengono a trovare in ufficio, i visitatori non salgono se indossano pantaloncini corti”.
E la delibera ha provocato reazioni o controreazioni?
“Zero, sono tutti d’accordo. Le ripeto, occorreva dare un segnale”.
Mi dica una cosa, se dipendesse da lei imporrebbe pure la cravatta?
“In realtà dipenderebbe da me, ma alla cravatta dico no. Non tutti sanno farsi il nodo e non a tutti sta bene…”