Da Ronaldo a Messi, passando per Milinkovic e Benzema, la scelta di campionati minori, in cerca di ritorni finanziari maggiori, sembra aver contagiato il calcio del vecchio continente.
Bandiere o mercenari? Poeti del calcio o freddi calcolatori del contratto migliore? La gloria di una città o il beneficio di sconfinate vagonate di quattrini? Il mondo del calcio si divide, mentre la gran parte dei calciatori sembra aver già fatto la propria scelta, che, probabilmente, piacerà a pochi.
Si sprecano ormai i discorsi poetici sulle icone del calcio passato, che non andavano alla ricerca del vile guadagno ad ogni costo, ma perseguivano la strada della leggenda, dell’onore e del rispetto dei tifosi. Discorsi apparentemente retorici, che, tuttavia, oggi appaiono più puntuali che mai. Ma siamo sicuri che un tempo fosse davvero così romantica la visione dello sport più bello del mondo?
Il passato era così diverso?
E’ indubbio che, in passato, anche a causa di investimenti di portata sensibilmente inferiori, i calciatori tendessero a restare in una società per lassi di tempo superiori rispetto ad oggi. Tuttavia, è possibile ricordare lo stesso Pelé, icona e simbolo del calcio nella sua purezza sudamericana, che nel 1975 scelse di approdare a New York, per godere degli esosi benefici economici, assicurati dal calcio statunitense. Nel corso degli ultimi anni, si sono alternati i paradisi economici e, dall’India, siamo passati alla Cina, fino ad approdare nella chiacchierata Arabia Saudita, che pare voler conquistare una dignità, a furia di ingaggi senza senso, concessi a campioni in fase calante (o forse no).
Dall’India alla Cina, un viaggio in cerca del benessere a sforzo zero
Gli esempi si sprecano e potremmo partire da una delle bandiere del calcio italiano che, durante il suo percorso nel calcio giocato, è riuscito ad incarnare sia la figura della leggenda juventina, che quella del mercenario in cerca di soldi facili: Alex Del Piero. Il numero dieci bianconero, nel 2014, a carriera sostanzialmente conclusa, scelse l’India per concludere la carriera. All’epoca, pensare a due milioni di euro a stagione per un 40enne, faceva una certa impressione, ma oggi, quelle cifre ci fanno sorridere, mentre osserviamo il contratto di un 38enne Cristiano Ronaldo all’All Nassr.
Ecco poi il periodo Cina, di cui si fece protagonista assoluto una nostra vecchia conoscenza, Graziano Pellè. L’ex centravanti della nazionale, rinunciò sostanzialmente ad una carriera nel calcio che conta, per mettersi a posto per la vita: “Economicamente la mia vita è svoltata”. Difatti, parliamo di 16 milioni di euro a stagione, che moltiplicati per quattro stagioni, fanno più di 60 milioni di euro. Oggi, l’attaccante pugliese ha sostanzialmente appeso gli scarpini al chiodo, ma, probabilmente, quel chiodo è d’oro massiccio. Un esempio alquanto emblematico di cosa significhi rinunciare a lasciare un segno nella memoria dei tifosi, per assicurarsi una vita di lusso. Parlando di oriente, abbiamo poi Stephan El Shaarawy, che, tuttavia, potrebbe rappresentare un ibrido ideale: l’ex Milan, difatti, aveva scelto nel 2019 la strada dello Shenhua, club cinese che gli ha riservato un pagamento di ben 16 milioni di euro. Da notare che, dopo aver incassato il gettone, Stephan è tornato immediatamente nel calcio che conta e adesso milita felicemente tra i ranghi giallorossi, sotto la guida di Jose Mourinho.
L’Arabia Saudita tenta il monopolio
Si arriva poi, inevitabilmente, all’Arabia Saudita. E’ senza alcun minimo dubbio il caso della stagione 2022/2023, nella quale, dopo CR7, altri campioni rinomati sono giunti nel campionato saudita a fare un prelievo di pecunia piuttosto generoso. Ciò che stupisce, è anche la condizione dei campioni sbarcati in questa lega, tra i quali, alcuni giocavano semifinali di Champions League, soltanto qualche settimana prima di accettare il trasferimento. Ecco che ci viene immediatamente in mente Karim Benzema, che a 35 anni, con l’ultimo pallone d’oro in casa, ha lasciato il Real Madrid per incassare 100 milioni a stagione all’Al-Ittihad. Ancor più curiosa la scelta di Milinkovic Savic, che a soli 28 anni, nel pieno della sua forma calcistica, ha accettato di prendere 20 milioni stagionali dall’Al-Hilal, lasciando la sua amata Lazio.
E poi Koulibaly, Kanté, Brozovic e Cordaz, con quest’ultimo che potrebbe rappresentare una tendenza ancora più inquietante. Difatti, se anche le riserve (perché questo faceva Cordaz all’inter) scelgono di abbandonare il calcio che conta, ecco che la situazione potrebbe divenire più critica del previsto. Ora, sperando che Paul Pogba non si faccia ingolosire dall’Arabia, per via del rifiuto ricevuto dai vertici della Juve, vi riportiamo le parole di Alessandro Altobelli: “Le scelte facili nello sport non pagano, vedrete che molti se ne pentiranno e torneranno presto indietro”. Chissà se la bandiera dell’Inter avrà ragione… tuttavia, ciò che rimane invariata, è la tristezza nel vedere questi campioni, abbandonare i campi del vecchio continente.