La grazia del presidente egiziano Al-Sisi a Patrick Zaki è “una grande vittoria per la diplomazia italiana”.
In esclusiva a Notizie.com, il politologo Francesco Di Nisio, presidente dell’Associazione italiana dottori in scienze politiche (AIDOSP), dichiara che ciò che gli sforzi diplomatici fatti per il ricercatore potrebbero essere un buon inizio per cambiare rotta anche nel caso Regeni.
Ma non solo: la diplomazia italiana dovrebbe lavorare come ha fatto con Zaki, anche per risolvere la guerra in Ucraina.
Presidente, come cambia il ruolo dell’Italia a livello internazionale dopo questo risultato portato a casa?
“La grazia concessa da Al-Sisi a Patrick Zaki è una grande vittoria per la diplomazia italiana sullo scacchiere del Mediterraneo. Poco prima era stato condannato in via definitiva a tre anni. Si stava lavorando al caso già prima, è certo”;
Si è parlato di una specie di “scambio” con il caso Regeni. Secondo alcuni, Al-Sisi avrebbe concesso la grazia a Zaki in cambio del silenzio su Regeni.
“Anche io all’inizio ho pensato che potesse esserci stata una sorta di patto, di scambio. Però questo pensiero è venuto meno, perché Tajani ha rilasciato una dichiarazione limpida in cui ha categoricamente escluso questo compromesso. Non si sta nascondendo: parliamo del ministro degli Esteri, una persona affidabile e con voce in capitolo. Anzi, la grazia concessa a Zaki potrebbe essere un buon inizio per arrivare anche a una conclusione positiva per il caso di Giulio Regeni, che praticamente era stato chiuso a doppia mandata”;
La decisione del presidente egiziano è stata apprezzata non solo dall’Italia, ma anche dall’Europa.
“Non credo che Al-Sisi l’abbia fatto solo per accontentare il governo italiano. Immagino che voglia dare un’immagine diversa al mondo intero. Il suo è stato un segnale che vale a livello internazionale per tutte le politiche che l’Egitto intraprenderà da oggi in poi. C’è un cambiamento di rotta”;
Questo cambiamento potrebbe riflettersi anche in maggiori libertà nella società egiziana?
“Non possiamo dirlo ora. Nei prossimi mesi vedremo quali saranno le mosse del presidente a livello di politiche interne, che potrebbe intraprendere, magari, anche per dare ulteriori segnali a livello internazionale. Per ora mi limiterei a guardare quello che ha fatto: ha dato l’immagine di un Egitto non più chiuso in se stesso, ma aperto, rispetto a come conosciamo la politica di quel Paese. Senz’altro, come ho già detto, questo è un regalo anche per l’Italia, che nello scenario geopolitico del Mediterraneo si è affermata come Paese di riferimento per l’Europa. Loro sanno benissimo che la mediazione non è un’arte facile”;
Si spieghi…
“La mediazione è uno strumento utile alla ricomposizione dei conflitti tra Stati, o meglio, è lo strumento principe per sancire amicizia e fratellanza, per eliminare conflitti, scontri o guerre. La grazia concessa da Al-Sisi a Zaki è la dimostrazione che se la diplomazia viene svolta bene, dà risultati positivi. Auspico lo stesso risultato per la guerra tra l’Ucraina e la Russia, per la quale forse dovremmo sforzarci un po’ di più nelle azioni diplomatiche. So che ci stanno lavorando, però dovremmo studiare il modo per fare meglio e di più. Abbiamo dimostrato al mondo di essere bravi: non credo che la decisione del presidente egiziano sia stata presa superficialmente”.