Si ipotizza il reato di omicidio colposo, ma tutto va chiarito perché sembra che la causa possa essere una diagnosi sbagliata. Tac e autopsia martedì
Dopo aver studiato, raccontato e risolto tanti fatti di cronaca, mai si sarebbe aspettato il povero, strepitoso e compianto giornalista Andrea Purgatori di essere al centro di una bagarre medica. Di un possibile inciampo da parte di dottori che non sarebbero stati in grado di capire quale sia stato il problema per una cura adeguata. Più si scava, più vengono a galla situazioni non proprio chiare. A uccidere Andrea Purgatori potrebbe anche essere stata un’infezione arrivata quando le sue condizioni fisiche e il suo corpo era affaticato da cure che si sospetta siano state sbagliate.
Il motivo per cui si pensano siano errate, perché sbagliata sarebbe stata stata la diagnosi comunicata al giornalista dai medici della Casa di cura Pio XI, a Roma. Almeno questo è il timore che sta serpeggiando giorno dopo giorno. E la responsabilità presunta sarebbe del dottor Gianfranco Gualdi e di un suo assistente che avrebbero diagnosticato un tumore ai polmoni con metastasi al cervello. E quindi sarebbe stata data una terapia per questo genere di situazione. Ma so fosse stata sbagliata, con medicine che non erano adatte, allora si rischia qualcosa di serio. I magistrati romani stanno indagando e avrebbero fissato a entro e on oltre martedì la Tac e l’autopsia.
L’indagine, sul reato di omicidio colposo, non ricadrebbero sull’infezione che Purgatori avrebbe contratto ma solo ed esclusivamente sulle cause che hanno indebolito il corpo del giornalista, riducendo così al minimo le sue difese immunitarie. A cercare di fare chiarezza su quanto accaduto, dopo la denuncia dei famigliari, sarà l’autopsia di martedì, con la Tac inclusa. I medici di Tor Vergata effettueranno tutti gli esami del caso e se lo si riterrà opportuno si andrà anche con una seconda consulenza. Ma cosa è successo? I Carabinieri sono al lavoro per provare a ricostruire tutto, anche perché è dal 24 aprile che è iniziata la storia fino ad arrivare al 19 luglio, giorno in cui è morto Andrea Purgatori.
Tutte le strutture citate, dalla Pio XI, dove lavora Gualdi, a Villa Margherita, dove Purgatori la Tac e la biopsia e anche due ospedali pubblici come il San Pietro e l’Umberto I non sono indagate. Una volta diagnosticate le metastasi, Purgatori comincia il suo calvario con il dottor Gualdi che consiglia la radioterapia per metastasi riscontrate al cervello. Si parte ma il corpo del giornalista non risponde bene, quindi si decide di andare a Villa Margherita dove c’è un clamoroso colpo di scena:le metastasi al cervello non ci sono. Abituato ad approfondire tutto, Purgatori decide di rivolgersi a un docente della Sapienza, il quale con altrettante certezza gli dice che le metastasi al cervello non ci sarebbero mai state. Apriti cielo. Comincia uno scontro tra medici, ma le condizioni del giornalista continuano a non essere buone, tanto che l’8 luglio, per una possibile ischemia, va in ospedale, fino ad arrivare al 19 giorno in cui è deceduto. Per tutta una serie di confusioni e incertezze, che sono evidenti, la famiglia ha fatto la denuncia e ci vuole vedere chiaro.