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Cronaca

Il caldo come il Covid? Vaia: “Non scherziamo, Il covid ben altra cosa!”

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Leonardo Marcucci

Parlando della crisi climatica, Francesco Vaia, capo della Prevenzione per il ministero della salute, ci ha tenuto a fare delle precisazioni.

Caldo, caldo e ancora caldo. L’argomento meteo pare essere piuttosto… caldo, in questi giorni di temperature al limite della sopportazione umana. Ecco che i meteorologi e gli esperti sembrano essere divenuti come i virologi durante la pandemia, con decine di interviste giornaliere, che vengono riportate sui quotidiani nazionali.

Francesco Vaia, Notizie.com

Noi non saremo da meno, ed ecco le parole che Francesco Vaia, capo della Prevenzione per il ministero della salute, ha speso durante un’intervista a La Repubblica per definire questa crisi climatica.

Il covid come il caldo? “Non scherziamo”

Le città del bel paese sono ormai degli oggetti di studio per i meteorologi di tutto il mondo, che tentano di razionalizzare un picco di calore difficilmente riscontrabile in altri periodi storici. Nonostante ciò e gli inquietanti numeri sulla quantità di morti annuali per il caldo, Vaia ci ha tenuto a differenziare tale emergenza, con ciò che il nostro paese, e il mondo intero, ha passato durante il Covid. In questi giorni, infatti, si sono sprecati i paragoni, anche di illustri voci del settore, che hanno tentato un coraggioso parallelo tra l’esperienza della pandemia e quella del caldo torrido di questa fine di Luglio. Vaia, essendo stato direttore generale dell’istituto Lazzaro Spallanzani, ha vissuto in pieno i disagi e la tragedia della pandemia e ci ha tenuto a precisare le differenze tra i due spiacevoli fenomeni: “Non usiamo parole grosse. Il covid è ben altra cosa”. Vaia spiega: “Comprendo il presidente Bonomi quando si preoccupa di lavoratori di fabbriche e uffici. Però è un azzardo tirare in ballo la pandemia. Ci sono stati milioni di morti, il mondo ne è stato sconvolto, non si sapeva con quale virus avessimo a che vedere. Una emergenza seria, che abbiamo contrastato con misure eccezionali e con i vaccini”. 

Il direttore generale dell’ospedale Spallanzani, Francesco Vaia, ospite della trasmissione di RAI Uno ‘Porta a Porta’ (Ansa Notizie.com)

Sul protocollo speciale, che dovrebbe calmierare le cifre dei morti per il caldo (circa 18mila), Vaia specifica: “Non mi addentro in problemi che non sono di competenza del mio ministero. Mi occupo di prevenzione. I disastri del caldo sulla salute possono essere prevenuti con più attente politiche sul territorio e credo che le case di comunità in corso di realizzazione potranno costruire un punto di riferimento anche durante le ondate a quaranta gradi. I più colpiti sono gli anziani”. Nonostante il paragone in termini quantitativi sia mal posto, la prevenzione, secondo Vaia, può passare per mezzi politici simili a quelli del Covid, anche se, con un piccolo appunto sui datori di lavoro: “Non sarebbe sbagliato prevedere che alcuni lavoratori fragili possano restare a casa. Piuttosto però mi chiederei come mai non preferiscono restare in ufficio. Il datore đi lavoro deve prevenire ricreando ambienti dove la salute sia tutelata. Dentro e fuori. Il lavoro agile è una soluzione tampone”. 

Vaia nel periodo Covid © Ansa

Dopo aver confermato la necessità di potenziare le strutture regionali, così da non intasare gli ospedali, Vaia ha parlato delle raccomandazioni utili, che, ancora una volta, coincidono curiosamente con quelle del periodo pandemico: “Contattare il proprio medico per verificare se il dosaggio delle terapie prescritte per curare malattie cardiovascolari e neurologiche vada modificato. Certi farmaci andrebbero presi in base alla stagione e le temperature di questi giorni richiedono una verifica perché il caldo è un fattore da tenere presente. Da questi punti di vista, è vero, c’è qualche punto di contatto con il Covid. E’ stato anche riattivato il numero verde 1500 presso il ministero della Salute. Chiamano in moltissimi, soprattutto persone anziane il cui problema principale è la solitudine. Avere un contatto con gli operatori è già un sollievo”.

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Leonardo Marcucci