Le parole del segretario della Cgil Maurizio Landini da Brescia in merito a uno sciopero generale in autunno sulla Legge di Bilancio, ha fatto molto discutere.
“Non si era mai visto uno sciopero ideato sugli esiti dell’analisi di una palla di cristallo”, commenta in esclusiva a Notizie.com il senatore Giovanni Berrino della Commissione affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale per Fratelli d’Italia.
“Per immaginare così bene il futuro da prevedere uno sciopero, immagino che l’unico modo sia consultare una palla di cristallo”. Se poi, aggiunge, l’idea di Landini “è scioperare ideologicamente contro, a prescindere da quello che fa il governo, è un’altra cosa. Non si è ancora parlato della futura finanziaria. Ci sono altre leggi da approvare prima e dire “chiederemo i lavoratori se vorranno fare uno sciopero sulla legge di Bilancio” è un atteggiamento quantomeno particolare e sicuramente innovativo perché non è mai successo nel mondo sindacale una cosa del genere, sia dal punto di vista negativo che positivo”.
Senatore, è possibile che Landini si riferisse a qualcosa che sicuramente conterrà la prossima finanziaria?
“In questo caso avrebbe dovuto dire a cosa si riferisse. Se dice che dovranno scioperare in ogni caso, o ha la palla di cristallo, o ha avuto notizie che nessuno ha. Fino ad oggi le cose che abbiamo detto di voler mantenere nella prossima Legge di Bilancio è il taglio al cuneo fiscale, che va a beneficio del lavoratori. Quindi sinceramente non so a cosa si sia potuto riferire. Inoltre, come ha detto il ministro Urso, finalmente abbiamo un’idea di recupero industriale del Paese, quindi non penso che si riferisse nemmeno a questo quando ha detto che saranno obbligati a protestare”;
In questi giorni nell’ambito lavoro di sta dibattendo su come tutelare i lavoratori dipendenti dal caldo. I sindacati immaginano un protocollo simile a quello del Covid-19, che preveda smart working e cassa integrazione.
“Dello smart working si potrebbe discutere per i lavori che è possibile svolgere in questa modalità. Ma ci sono lavori che non possono essere svolti da casa. Il tema della qualità del lavoro svolto in condizioni estreme come il caldo di questi giorni, è delicato. Da un lato, è inutile dire che il Paese non si può fermare, e dall’altro bisogna discuterne perché è una questione che si presenterà ogni anno. Già in passato abbiamo vissuto picchi di 40 gradi e forse nessuno aveva posto all’attenzione il problema. È aperto un confronto su cosa si può fare”.