L’ex leader del Pd parla alla festa dell’Unità di Cesena, ancora accolto dall’affetto dei militanti della Romagna
Un vecchio saggio della politica e del sindacato, nonché ex leader del Partito Democratico, non vede male questa apertura da parte del Governo Meloni sul salario minimo Pier Luigi Bersani e spiega il suo pensiero al quotidiano Domani: “La Premier ha offerto un dialogo: il salario minimo è un tema che smuove anche i suoi elettori. Schlein ha fatto benissimo a dire che era pronta a incontrarla. Ma l’apertura della discussione in aula è il 27 luglio (domani, ndr). Se hanno bisogno di tempo, va bene, ma senza l’emendamento soppressivo. Non si può discutere con una pistola puntata”.
Su tutto il resto, Bersani è critico e parla da leader di sinistra o quanto meno da persona che fa parte dell’opposizione: “Oggi qui il governo fa due cose: nega il problema climatico e fa un’operazione politica: porta via dalla Romagna il comando delle operazioni, dopo l’esemplare vicenda della ricostruzione dal terremoto. Io la penso così: primo, ci vogliono i soldi per i ristori e per i rimborsi”. Non è tenero Bersani sulle modalità con cui si sta portando avanti il discorso legato ai soldi per l’alluvione della Romagna e su come si deve muovere il Commissario Straordinario: “Secondo, hanno in testa un meccanismo dove il commissario fa il controllore? No: il generale si deve prendere le sue responsabilità, valida le richieste e firma. Tanto più che il commissario è un generale con la penna sul cappello, con tutto il rispetto e la stima. Ma allora firma”.
Viene poi lanciato un argomento su cui si sta parlando sempre di più, ovvero sulla possibilità che ci sono tanti lavoratori poveri che si stanno spostando verso destra e tanti hanno deciso anche di votarla. Quasi un controsenso, secondo Bersani o del concetto legato alla sinistra. “Ci sono milioni di persone senza contratto. E un’inflazione che negli alimentari viaggia al 10 per cento. Meloni non vuole rispondere a questi numeri. Ma è vero, ci sono molte persone che non hanno votato, o che hanno votato loro. Bisogna svelare il meccanismo: questi prendono voti dai poveri per dare soldi ai ricchi o lasciarli evadere. Hanno cancellato la parola extraprofitti”.
Viene rimproverato da più parti, sempre restando sul tema sinistra e sulle mancanze, di un Pd piuttosto tiepido sulla mozione di sfiducia alla Santanchè presentata dal M5s (oggi al voto in Senato). “Sono sempre prudente sulle sfiducie individuali, ma in questo caso sono totalmente d’accordo a votare la mozione. Perché una storia così è talmente indigeribile che se vogliono mandarla giù, gli rimarrà sullo stomaco. La ministra ha troppe cose da spiegare. E chi l’ha nominata prima qualche domanda se la doveva fare”