Caso La Russa jr, il padre Ignazio: “Credo a mio figlio ma non rifarei quella dichiarazione sulla ragazza” [VIDEO]

Il presidente del Senato torna a parlare delle sue dichiarazioni rese note subito dopo che il figlio Leonardo Apache era coinvolto per violenza sessuale

Il presidente del Senato Ignazio La Russa, durante la Cerimonia del Ventaglio a Palazzo Madama è voluto ritornare sulla sua dichiarazione rilasciata appena si è saputo che il figlio Leornado Apache era indagato per violenza sessuale. “Non rifarei quella dichiarazione su mio figlio, sono il padre e non è che il padre deve per forza credere al figlio ma se ci crede non c’è niente di  male che lo dica…”. Le parole del presidente del Senato.

Il presidente
Il presidente del Senato Ignazio La Russa (screenshot Notizie.com)

E’ la prima volta che Ignazio La Russa ritorna sull’argomento e lo fa con semplicità e chiarezza, cercando di far capire al meglio il suo pensiero: “Capisco che non l’ho detto in maniera chiara, ma non sono stato bravo a far capire che non volevo attaccare la ragazza”

“Il mio riferimento non era alla ragazza ma alla scelta del suo difensore di aspettare 40 giorni”

 

Ignazio La Russa prova a far capire quello che intendeva e lo fa davanti a diverse persone, provando ad essere chiaro: “La mia convinzione di padre è di credere a mio figlio ma non rifarei la dichiarazione in sua difesa soprattutto perché non sono stato bravo a far comprendere che non c’era nessun attacco alla ragazza“. La ragazza in questione, che è un ex compagna di scuola di Leonardo Apache La Russa ha raccontato che il giorno dopo la festa nella discoteca Apophis di Milano, il 18 maggio, si è svegliata a casa del figlio del presidente del Senato, senza ricordare nulla di quello che fosse successo e che a sua insaputa avrebbe avuto un rapporto sessuale con La Russa jr e un altro ragazzo, l’amico dj Tommaso Gilardoni

Non ho mai inteso attaccare la ragazza – ha continuato Ignazio La Russa – Se si fosse letto con attenzione quello che ho scritto, il mio riferimento non era alla ragazza ma alla scelta del suo difensore di aspettare 40 giorni per presentare la denuncia, cosa che ha reso impossibile l’esame dei video. Capisco che forse non l’ho detto in maniera chiara

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