Pnrr, il governo targato Meloni è pronto a cambiare tutto: le modifiche che possono essere attuate a breve. Tutto quello che serve sapere in merito
Nella giornata di ieri, giovedì 27 luglio, ci sono state delle importanti dichiarazioni che hanno portato la firma da parte di Raffaele Fitto. L’attuale ministro per gli Affari Europei, direttamente dalla cabina di regia di Palazzo Chigi, ha avanzato la proposta (da parte del governo) per quanto riguarda la rimodulazione del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). La stessa che, per chi non lo sapesse, deve essere sottoposta prima alla Commissione Europea. Di conseguenza, poi, sarà il tempo di effettuare delle modifiche importanti. Nel corso della presentazione è stato evidenziato di come possano uscire ben 9 progetti. Gli stessi che raggiungono un valore di quasi 16 miliardi di euro (per la precisione 15,9) su 191,5.
Fondi che saranno impiegati, per la realizzazione di altre misure, entro il 2026. Come riportato anche in più di una occasione sarà il turno anche del ‘RepowerEu‘. Per chi non lo sapesse si tratta della diversificazione dell’approvvigionamento energetico, che vale oltre 19 miliardi. Le proposte di modifica sono 144 e comprendono anche le riforme. Per quanto riguarda le infrastrutture vengono espunte la tratta ferroviaria Roma-Pescara, due lotti Palermo-Catania e una parte degli investimenti per l’European rail traffic management system. Senza dimenticare anche la Napoli-Bari. Questione interventi tagliati: Piani urbani integrati (valore 2,5 miliardi), “Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico”, fno ad arrivare a 47mila piccole e medie opere dei Comuni per la resilienza.
Inoltre si pensa anche alla valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica (6 miliardi di valore di cui 1 era per le strade, investimento ritenuto inammissibile da Bruxelles) e la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie (300 milioni). Niente da fare, invece, per l’utilizzo dell’idrogeno nei settori ad altissimi consumi energetici. Stesso discorso vale anche per il potenziamento di servizi e infrastrutture sociali di comunità, la tutela e valorizzazione del verde. Nel corso della conferenza stampa il ministro ha precisato che l’obiettivo principale è quello di poter rifinanziare le misure con altre tipologie di fondi come il Fondo sviluppo e coesione.
Questione Repower: finanziato con le risorse aggiuntive che spettano all’Italia (2,7 miliardi) a valere sui proventi del sistema di scambio di quote di emissione Ets, 3 miliardi delle politiche di coesione 2021-2027 e parte dei fondi tagliati dai progetti appena elencati. Si organizza in tre investimenti: reti elettriche e del gas, efficientamento energetico, filiere produttive. Senza dimenticare le 6 riforme (tra queste fanno parte anche quelle delle rinnovabili).