Il reddito di cittadinanza è stato sospeso, una notizia terribile per le famiglie di una città che stanno continuando a protestare: tanto da presentarsi sotto le sedi dell’Inps
Come tutti ben sanno il reddito di cittadinanza è stato sospeso. Una terribile notizia per le famiglie (più di 169mila) che continuano a ricevere un sussidio dallo Stato. Le stesse che, però, nel loro nucleo familiare non hanno all’interno un componente disabile, minore oppure un over 65. A partire dal mese di agosto non potranno più ricevere questo aiuto in vista della nuova normativa. L’ultima rata che hanno ricevuto è datata ieri, giovedì 27 luglio. Tanto è vero che a Napoli moltissime famiglie hanno protestato. Secondo quanto riportato da alcune fonti locali si sono verificati attimi di tensione.
Soprattutto per coloro che hanno manifestato il loro dissenso a questa decisione presentandosi sotto gli uffici dell’Inps. Tanto è vero che è stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine che hanno riportato il tutto alla calma. Il messaggio parla chiaro: ovvero la sospensione in attesa della presa in carico dei servizi sociali. Gli ultimi dati dicono che sarebbero 88mila le persone che potrebbero essere prese in carico. Tra agosto e settembre circa 80mila nuove famiglie dovrebbero avere il beneficio sospeso, visto che scadono i sette mesi di durata.
Dopo che hanno ricevuto il messaggio (stop all’erogazione del reddito) in centinaia hanno protestato presentandosi sotto le sedi dell’Inps di Napoli ed anche in alcune province del capoluogo campano. In particolar modo nella sede di via De Gasperi due persone hanno avuto un acceso battibecco con i vigilantes all’ingresso. Come riportato in precedenza è stato necessario l’intervento da parte della polizia. Anche in quel di Calvizzano (comune a nord di Napoli) molte persone si sono recate negli uffici per avere delle risposte in merito.
Nel frattempo sono arrivate anche le parole da parte del numero uno degli assistenti sociali, Gianmario Gazzi. Quest’ultimo ha fatto sapere che la sospensione per messaggio sta scatenando una vera e propria guerra sui servizi sociali. L’invito, infatti, è quello di intervenire quanto prima che le minacce possano aumentare sempre di più. O magari evitare che qualcuno del personale possa essere aggredito fisicamente.