Lui è un consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Fabriano, lei la moglie: insieme vanno avanti tutti i giorni ma con le preghiere nel cuore
Un’esperienza che fanno in tanti, ma chi pensa che si riduce lì e poi si continua come prima una volta tornati vuol dire quasi non esserci stati. In realtà è proprio al ritorno che la vita cambia e si consegna al Signore, portando ogni giorno Medjugorje nel cuore e nei piccoli grandi gesti del quotidiano. E’ lì che cambia davvero, è lì che la Madonna di Medjugorje entra nella testa, nell’anima e nel cuore. Ed è successo a due persone come Danilo ed Elia che da dieci anni andare in quel pezzetto di Bosnia Erzegovina è diventato un appuntamento fisso. Ma non certo come tappa forzata, ma come ricarica per certi versi e come ringraziamento. “Un’esigenza andare là, iniziata quasi per caso, ma il caso non esiste”. A parlare così sono Danilo Silvi, che di professione fa il politico, e sua moglie Elia, che dopo una decina di pellegrinaggi, hanno deciso di raccontare la loro esperienza e condividerla con gli altri.
Hanno deciso di raccontare quello che hanno vissuto e provato, nonostante ci siano stati già tante altre volta, ma, forse, l’ultima è stata particolare e più forte rispetto alle altre. “Succede qualcosa che ha dell’incredibile – raccontano – perché non smetti di pregare per il senso di grazia che vivi”. I due parlano con innocenza e naturalezza, raccontano che sperano di poter creare ancora dei nuovi gruppi di preghiera e tornare il prima possibile al santuario della Bosnia Erzegovina. E loro fanno capire bene che il vero pellegrinaggio inizia quando lasci Medjugorje e torni a casa, nel loro caso a Fabriano, per questo la cronaca di quei giorni è un particolare che arriva dopo.
Danilo ed Elia quasi si emozionano nel raccontare la loro esperienza, nonostante siano andati già tante volte a Medjugorje. “Siamo tornati a casa con uno sguardo diverso sulla vita” racconta con tono fiero e anche lei piuttosto emozionata Elia che si rivolge ai fedeli consigliando loro di non nascondere la propria fede e di non vergognarsi. Cosa che, purtroppo, succede un po’ troppo spesso, soprattutto quando si torna a casa e i rivedono le persone di tutti i giorni, le quali ti chiedono come è stato e cosa è stato. Ed è lì che ogni persona che è stata a Medjugorje dovrebbe si raccontare, ma invogliare le persone che chiedono e domandano di provare quelle sensazioni senza attaccarsi ai racconti di chi è andato.
E infatti Danilo subito esorta come se da parte sua ci sia stata una vera e propria chiamata per andare a Medjugorje: “Nascono anche rapporti umani, amicizie durature, solide. Perché non provare?”. E con insistenza prosegue nel suo racconto con tanta emozione e trasporto: “Oggi non posso vivere senza, perché la Madonna ha cambiato la mia vita. E’ con me, è nella preghiera, è nelle azioni di tutti i giorni” racconta. Un pellegrinaggio, un motivo di vita e di condivisione, che diventa occasione non solo un’occasione per ricaricare le pile, ma che ti aiuta ad andare avanti e a credere che ci sia qualcosa che ti dà forza e amore allo stesso tempo. E Danilo spiega soprattutto il motivo perché “a Medjugorje in pochi giorni scopri il senso della vita”. Un’esperienza da vivere in modo assoluto, col cuore aperto e con la fede nel cuore. Senza paura, senza timore, solo aprendo se stessi col cuore, con l’anima e lasciandosi andare in tutti i sensi. Medjugorje è anche e tutto questo.