Il noto presentatore televisivo, Alessandro Cecchi Paone, è stato chiamato a giudizio per “diffamazione”: il tutto per via di un episodio che si è verificato tre anni fa
Più di tre anni fa l’arrivo del Covid che ha inevitabilmente cambiato le nostre vite. In merito a questo argomento (e molto altro ancora) spunta il nome di Alessandro Cecchi Paone. Il noto conduttore televisivo (reduce dall’esperienza dell’Isola dei Famosi insieme al suo fidanzato) aveva fatto molto parlare di sé per via di un episodio che aveva fatto infuriare l’Asl di Teramo. Cosa successe in quella occasione? Andiamo con ordine. Nella città abruzzese scoppiò un vero e proprio caso che vide come protagonista la mamma dell’avvocato Domenico Giordano. Tanto è vero che la Procura decise di mandare a processo, con tanto di citazione diretta a giudizio per diffamazione, contro l’azienda sanitaria locale il giornalista.
Il tutto è avvenuto nel novembre di tre anni fa nel corso della trasmissione televisiva “Storie italiane” su Rai 1. Tra gli ospiti proprio l’uomo inquadrato in foto. Tra gli argomenti trattati anche quello della morte della mamma del legale, la sig.ra Vincenza Gulli. Quest’ultimo, invece, era in collegamento dalla città abruzzese. Stesso discorso anche per il direttore dell’Asl di Teramo, Maurizio Brucchi. L’accusa era al sistema sanitario ed ai medici di base che davano la colpa alle unità speciali di continuità assistenziale. In merito a ciò non si è fatto attendere il primo attacco da parte di Cecchi Paone: “Ed è per questo che l’Abruzzo è rosso. Non sono capaci“. Poi lo scontro con Brucchi: “Perché siete diventati rossi? La gente è abbandonata in questo modo. Lei più che parlare dovrebbe fare. Fate morire la gente a casa“.
Non è affatto finita qui visto che il giornalista ha rincarato la sua dose di offese in questo modo: “Deve lavorare e non parlare. Risponda su come è diventato direttore generale della Asl e di chi l’ha messa lì. Se l’Abruzzo è zona rossa è anche colpa sua“. Accuse pesanti e che verranno affrontate e dimostrate a processo con l’udienza, dinanzi al giudice monocratico.
Un incontro che si verificherà il primo giorno del mese di ottobre. In quella occasione l’Asl, con l’avvocato Guglielmo Marconi a difendere, è pronta a costituirsi parte civile. Di conseguenza il gip Roberto Veneziano dovrà valutare se archiviare o no le posizioni dei sei indagati per la morte di Vincenza Gulli.