Salario minimo, la premier Giorgia Meloni non nasconde i suoi primi dubbi: allo stesso tempo, però, fa sapere di voler aprire un importante spiraglio in merito
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha rilasciato una intervista ai microfoni di ‘Sky Tg24‘ dove si è voluta soffermare su alcuni ed importanti argomenti che riguardano il governo e non solo. Uno tra questi non può che essere quello relativo al salario minimo che, proprio da alcune settimane, sta facendo molto discutere. In merito a ciò la premier ha voluto fare un bel po’ di chiarezza. Allo stesso tempo ci ha tenuto a precisare di non credere, assolutamente, ad una opposizione pronta al dialogo. Anzi, fa sapere che è proprio lei a voler aprire a ciò. Se, appunto, l’argomento in questione è quello relativo al salario minimo.
Nel corso dell’intervista ha fatto sapere di essere stata, per molti anni, dalla parte dell’opposizione e di non aver mai avuto problemi in merito. Soprattutto quando non era d’accordo su un tipo di argomento. Queste sono alcune delle sue parole: “Quando vedo un approccio da parte dell’opposizione che non è pregiudiziale, è stato il caso dell’appello che ha fatto Carlo Calenda sul salario minimo. Chiaramente io capisco. Figuriamoci se noi, che abbiamo abbassato di sei punti il cuneo contributivo per i redditi fino a 35mila euro e di sette punti fino a 25mila euro quello di garantire salari adeguati, non è un tema per me sensibile“.
Non solo apre ad un possibile dialogo con l’opposizione, allo stesso tempo nutre i primi dubbi sul tema del salario minimo per legge. “In una nazione che ha un’altissima quota di contrattazione sindacale credo che possa diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo. Siccome è difficile mettere un salario minimo più alto di buona parte dei contratti oggi, rischiamo di arrivare a un livellamento verso il basso“.
Un tema molto importante ed, allo stesso tempo, delicato quello di aiutare i salari degli italiani. Nel caso in cui ci dovessero essere delle soluzioni in merito allora fa sapere di essere pronta a parlarne. In conclusione si riferisce sempre all’opposizione: “Ho visto una parte che non faceva battaglia pregiudiziale su questo e che cercava un dialogo. In questo caso sono d’accordo. A prescindere se tu sia d’accordo o meno con una soluzione, credo sia giusto visto che stiamo parlando della democrazia parlamentare“.