Carburanti, Zavalloni (Fegica): “Serve una riforma del settore, circa 7mila distributori gestiti dalle mafie”

Abbiamo avuto problemi organizzativi, ma sono normali all’inizio di operazioni del genere”. Lo ha dichiarato a Notizie.com Alessandro Zavalloni, segretario nazionale del sindacato Fegica-Cisl. 

Da questa mattina è entrato in vigore l’obbligo per i benzinai di esporre il prezzo medio dei carburanti. “Una parte consistente dei benzinai è in difficoltà perché non hanno ricevuto la cartellonistica dai proprietari degli impianti. Se la cavano con mezzi di fortuna. Si tratta di problemi operativi sufficientemente normali, era il primo giorno dell’entrata in vigore dell’obbligo. I problemi sono altri: quali saranno gli effetti, quali i rischi dell’esporre il cartello?”. 

Primo giorno di obbligo di esporre il cartello prezzi ai distributori di carburante
Primo giorno di obbligo di esporre il cartello prezzi ai distributori di carburante (Ansa Foto) – notizie.com

Quali sono?
Prima di tutto l’Antitrust già all’inizio dell’anno si è espressa sia in sede parlamentare sia con comunicazioni al governo e con un’indagine conoscitiva sulle dinamiche dei prezzi. Sul cartello medio ritiene che non solo è scarsamente utile per i consumatori, ma dice che rischia di diventare controproducente ai fini della concorrenza, quindi dei consumatori. Il prezzo medio rischia di essere considerato come quello di riferimento, col rischio di un effetto boomerang”;

Carburanti, Zavalloni (Fegica): "Serve una riforma del settore, circa 7mila distributori gestiti dalle mafie"
Carburanti, Zavalloni (Fegica): “Serve una riforma del settore, circa 7mila distributori gestiti dalle mafie” (Screenshot di Youtube) – notizie.com

Nel pomeriggio di oggi i sindacati incontreranno il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.
Al tavolo porteremo le proposte che portiamo da sempre, anche quando c’erano altri governi. Noi riteniamo che sia necessaria una revisione strutturale dell’intero settore. Secondo alcune Procure e la Guardia di Finanza, vengono sottratte alle casse dello stato circa 13 milioni di euro, tra accise e Iva. Gli impianti sono troppi, i controlli quindi, poco efficaci. Serve una regolamentazione, e una razionalizzazione a partire dalla diminuzione dei pinti vendita. Inoltre è necessario un ammodernamento: troppi impianti sono ancora chioschi di marciapiede, non offrono servizi collaterali. Vogliamo fare parte della transizione ecologica e non parlo solo delle colonnine elettriche. Poi c’è il tema della criminalità organizzata”;

Parla delle pompe di benzina gestite dalle mafie?
“Si stima che circa 6-7mila punti vendita siano nelle mani di mafia e camorra, senza che il consumatore ne sappia qualcosa. Serve un piano regolatorio, perché in 20 di liberalizzazione e deregolamentazione si è andati oltre il limite. Ogni giorno ci sono sequestri della Guardia di Finanza: questo è indice di quanta criminalità più o meno organizzata operi indisturbata in questo settore”.

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