È la quinta condanna a morte eseguita fino adesso nel 2023, la terza in una settimana
Senza pietà e senza possibilità di sbagliare. Nel paese dell’Asia Singapore ha deciso di giustiziare un uomo di 39 anni per aver trafficato in droga e specificatamente in eroina. Ma non c’è stato un regolare processo, bensì una condanna e un’esecuzione per impiccagione.
Una decisione presa da parte della giustizia che fa a capo della città-stato, la quinta in questo 2023, addirittura la terza in poco più di una settimana. L’uomo in questione era Mohamed Shalleh Adul Latiff ed è stato condannato a morte per il possesso circa 55 grammi di eroina “a scopo di traffico”, non adesso ma nel 2019, solo che ci sono voluti quattro anni per rendere il tutto esecutivo. Un’atrocità.
Una storia che ha destato molto scalpore e fatto riflettere parecchio, tanto che persino alcuni dirigenti dell’Onu si sono interessati al caso che va avanti dal 2019 e proprio la settimana scorsa hanno protestato vivacemente per le decisioni che si stanno prendendo in questa direzione. Basti pensare che durante il processo, l’uomo aveva dichiarato di essere convinto di consegnare sigarette di contrabbando per conto di un amico cui doveva dei soldi. Ma non c’è stato niente da fare, la legge sulla droga in quel paese è severissima.
L’esecuzione di Mohamed Shalleh Adul Latiff è arrivata dopo che settimana prima c’era stata l’impiccagione della prima donna in quasi 20 anni per traffico di droga. Saridewi Binte Djamani, 45 anni, è stata giustiziata venerdì, nonostante le proteste dei gruppi umanitari, dopo essere stata trovata in possesso di circa 30 grammi di eroina.