Omicidio Sofia Castelli, spuntano gli inquietanti messaggi che l’ex fidanzato-killer avrebbe inviato al suo amico su WhatsApp
Nella serata di ieri la comunità di Cologno Monzese si è riunita in una fiaccolata per ricordare Sofia Castelli, ovvero la ragazza di 20 anni che è stata uccisa sabato scorso all’alba dal suo ex fidanzato, Zakaria Atqaoui. Visibilmente commossa la gente del posto che ha chiesto una sola parola: giustizia per la studentessa barbaramente uccisa con una serie di coltellate mentre stava dormendo e di ritorno da una serata in discoteca. Nel frattempo, però, spuntano nuovi dettagli inquietanti di questo omicidio. Come i messaggi che il 23enne avrebbe inviato al suo amico su WhatsApp. “Che vergogna“, “Ti giuro che me la paga” e molto altro ancora.
Messaggi che sarebbero stati inviati pochi minuti prima di ucciderla, ovvero quanto il ragazzo si trovava nascosto all’interno dell’armadio dell’abitazione di Sofia. Dopo averle sottratto, poche settimane prima, il mazzo di chiavi si era nascosto nel mobiletto. Un macabro piano studiato (purtroppo) al minimo dettaglio. Nel frattempo sono stati annunciati per sabato 5 agosto i funerali della ragazza alle ore 10. Nel corso della confessione al giudice per le indagini preliminari il killer ha confessato di essersi nascosto nell’armadio per ore. All’interno dello stesso aveva un coltello da cucina (successivamente cambiato).
Proprio dall’armadio osservava e spiava quello che la giovane postava sui social network: una serie di ‘storie’ mentre si divertiva in discoteca con le sue amiche. Il giorno dopo sarebbe dovuta partire per la Sardegna per fare una sorpresa ai nonni. I genitori di lei, al momento dell’omicidio, si trovavano in provincia di Cagliari per trascorrere qualche giorno di relax. I messaggi che Zakaria avrebbe inviato all’amico non sono affatto finiti qui: “Mi vergogno, f***a, di essere stato con una così“. Poco prima delle 6 del mattino il rientro in casa della ragazza. Non era da sola, ma con un’amica.
Solamente che quest’ultima ha dormito in un’altra stanza e non si è accorta assolutamente di nulla. Dopo che ha scoperto dell’omicidio è rimasta sotto shock. Nel frattempo l’autopsia ha confermato la versione del fidanzato killer. Ovvero che i quattro fendenti al collo e al viso in cui la giovane è stata colpita. Il cadavere non presenterebbe altre lesioni o ecchimosi compatibili con una prolungata colluttazione. Sotto le unghie della vittima nessuna traccia di DNA di Zakaria.