In merito alla questione relativa al Pnrr sono arrivate le dichiarazioni da parte di Carlo Calenda. Il leader di ‘Azione’ è intervenuto ai microfoni del quotidiano “Domani” dove ha attaccato (ancora una volta) il governo targato Meloni
Non si tratterebbe affatto della prima volta che si verifica una cosa del genere, ma anche in questa occasione Carlo Calenda ha puntato il dito contro il governo. Questa volta utilizzando anche dichiarazioni molto pesanti. Lo ha fatto in una intervista rilasciata al quotidiano “Domani“. Queste sono alcune delle sue parole: “Il Governo è nei guai fino al collo. Ha scelto di de-finanziare anche progetti già iniziati. Non hanno idea di come finanziarli in altro modo. I sindaci, anche di destra, insorgeranno perché non riusciranno a chiudere i bilanci”. Insomma, parole precise sul Pnrr che, secondo l’ex candidato sindaco della Capitale, stanno effettuando una gestione dello stesso pessima.
Per Calenda non ci sono dubbi: il governo Meloni si trova seriamente in difficoltà su come agire per la questione che riguarda sanità, scuola e lavoro. “Nei primi sei mesi del 2022 Mario Draghi ha speso dieci volte quello che hanno speso loro. Ma del resto Fitto è di un partito che il Pnrr non lo ha neppure votato. Glielo metto per iscritto: alla fine spenderemo fra il quaranta e il cinquanta per cento dei fondi“. Poi lancia un vero e proprio “assist” alla Meloni: “Bisogna approvare la proposta presentata dalle opposizioni sul salario minimo. Quelle a nove euro l’ora. Riprendere anche il progetto Draghi sui centri per l’impiego. Le agenzie interinali cercano 550mila posti di lavoro”.
Pnrr e non solo, Calenda si sofferma anche sulla “crisi” del Terzo Polo
Non si è soffermato solamente sulla questione del Pnrr ed anche di come sta agendo il governo, ma soprattutto su uno degli argomenti più noti della politica. Ovvero al crisi che si starebbe verificando all’interno del Terzo Polo. Non è affatto un mistero che i rapporti lavorativi e collaborativi con l’ex premier, Matteo Renzi, non siano affatto dei migliori. Allo stesso tempo annuncia che la promessa di poter creare un unico partito liberaldemocratico è “fallita“.
Respinta, quindi, la proposta da parte di Roberto Giachetti che voleva dividere i gruppi parlamentari di Azione e Italia Viva: “Abbiamo i gruppi eletti col mio nome e il nostro simbolo, che lavorano anche bene, dalla delega fiscale al Pnrr. Se vogliono andarsene, lo facciano pure“. Nel mese di ottobre deciderà con chi allearsi in vista delle prossime elezioni europee (datate giugno 2024): “Tireremo le somme, da +Europa a Italia viva ai liberaldemocratici europei“.