In merito alla questione del ‘Reddito di cittadinanza’, la ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone ha provato a fare ancora di più chiarezza sulla posizione del governo e non solo
Il pensiero da parte del governo, sul ‘Reddito di cittadinanza‘, non è cambiato affatto di una virgola. La conferma arriva direttamente dalla ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone. Lo conferma in una intervista che ha rilasciato alla ‘Stampa‘. Il tutto è avvenuto dopo il ‘Question Time‘ che si è svolto al Parlamento. Dopo che la stessa ha risposto ad alcune richieste che erano state presentate dal Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e vari partiti di sinistra. In sostanza non ha detto nulla di nuovo sul sussidio. Anzi, qualcosa sì: che non ha prodotto alcun tipo di risultato e che è costato tantissimo per il Paese.
Non è affatto un mistero che la sospensione del reddito abbia scatenato non poche polemiche tra coloro che, fino a poco tempo fa, ne usufruivano. Anche perché il rischio di possibili “disordini sociali” aumenta sempre di più. Come riportato in precedenza la Calderone ha evidenziato quanto sia costato all’Italia il reddito: ben 25 miliardi di euro in tre anni. Senza alcun risultato dal punto di vista del lavoro e nemmeno per la riduzione della povertà. Allo stesso tempo, però, la ministra ha assicurato che i soggetti più fragili non perderanno il reddito e che lo stesso governo farà di tutto per aiutarli.
Per non parlare del messaggio che è stato inviato dall’Inps, in questi giorni, a 169mila persone. In merito a ciò ha provato a fare chiarezza: “Certamente impreciso. A giorni arriveranno nuove informazioni per aiutare coloro che sono usciti dal reddito a sfruttare appieno le opportunità del Supporto per la formazione e lavoro. I 350 euro di indennità sono moltiplicabili all’interno del nucleo”. La ministra ha osservato invece un altro punto importante: “Il Parlamento ha scelto una linea che è giusto portare avanti.
Sono di due giorni fa i dati Istat che registrano un’occupazione record e quindi con migliori possibilità di far transitare i percettori del reddito, non appartenenti a nuclei con fragilità. Nel nostro Paese, in questo momento, sono previste assunzioni per 1,5 milioni di lavoratori, il 48% di difficile reperimento”. Fratelli d’Italia vuole istituire una commissione di inchiesta per verificare l’operato dell’Inps: “È comprensibile che si voglia fare chiarezza“. In conclusione si è soffermata sulla vicenda del ‘salario minimo‘: “Non sono d’accordo, il lavoro si combatte con buona contrattazione e investendo sulla produttività”.