Lupo del viaggio da record, arriva la drammatica notizia che lascia tutti inevitabilmente senza parole: scattano gli arresti
In molti lo conoscevano come il lupo del viaggio da record. Ed il motivo è fin troppo ovvio visto che, nel corso della sua vita, ha percorso la bellezza di 1.900 chilometri. Tanto da emigrare in Ungheria dal cantone dei Grigioni in Svizzera. Purtroppo le notizie che lo riguardano sono a dir poco tragiche visto che, secondo quanto riportato da alcuni media locali, pare che sia stato ucciso. A togliergli la vita un bambino di nove anni. Questo è quello che ha annunciato, nella serata di ieri giovedì 3 agosto, la televisione di Stato ungherese ‘Mtv‘. La migrazione del lupo è durata meno di un anno: dal giugno dello scorso anno fino ad arrivare al marzo del 2023.
Poche ore prima dell’annuncio ufficiale, nella città ungherese di Nyiregyhaza, le forze dell’ordine locali hanno arrestato il padre del bambino ed anche una seconda persona. La stessa che, in quel momento, si trovava insieme al ragazzo durante l’uccisione dell’animale. La tv locale ha parlato sin troppo chiaro: ovvero le autorità avrebbero accusato i due di reati contro la protezione della natura. Tanto da mettere in pericolo i minori. Per la legge ungherese il bambino di nove anno non è punibile. Una vicenda che, lo scorso aprile, aveva scatenato non poche polemiche tra gli attivisti internazionali per i diritti degli animali.
L’esemplare M237, un maschio di due anni proveniente dai Grigioni, aveva percorso 1.900 chilometri durante la sua migrazione verso l’Ungheria,. Attraverso l’Alto Adige e l’Austria. Secondo quanto riportato dall’associazione Gruppo Lupo Svizzero (Gls), M237 ha percorso la distanza che, fino ad ora, non era mai stata registrata da un lupo in Europa. Stabilendo, appunto, un importante record. I guardiani della selvaggina dei Grigioni avevano dotato l’animale di un trasmettitore Gps. Segnali che, però, erano completamente spariti dopo che il lupo aveva raggiunto l’Ungheria nord-orientale.
Nei pressi di Hidasnemeti, le forze dell’ordine ungheresi hanno trovato in un fiume il dispositivo di geolocalizzazione. Da quel momento in poi la polizia ha capito che l’animale potesse essere stato ucciso in maniera illegale (questi predatori sono protetti nel Paese in questione). Il padre del piccolo era stato già sottoposto ad alcune indagini. Solamente che, in quel momento, le prove a disposizioni non erano sufficienti per fargli scattare le manette. In base a nuove prove sono stati arrestati i due. Anche se la Procura ha preferito non rilasciare alcuna informazione a riguardo.