Pubertà precoce, gli ultimi dati che sono stati emanati parlano fin troppo chiaro: alla fine la colpa di tutto è solamente del Covid
I numeri, come riportato in precedenza, parlano fin troppo chiaro. Nelle ultime ore è stata rivelata una statistica da parte dell’Università di Genova in collaborazione con l’Istituto Gaslini (finanziato dal Ministero della Salute italiano). A quanto pare il numero di ragazza, con diagnosi pubertà precoce, è decisamente aumentato durante il periodo della pandemia da Covid-19. A cosa è dovuto tutto questo? Le cause, a dire il vero, possono essere tante. In primis, i fattori di rischio principali, sono le tantissime ore trascorse a guardare la televisione. Non solo: anche davanti ad altri dispositivi elettronici (cellulari, tablet e molto altro).
Per non parlare della riduzione dell’attività fisica. Questo è quello che ha annunciato uno studio pubblicato dal ‘Journal of the Endocrine Society‘. Non è affatto un mistero che le ragazze iniziano a sviluppare dei cambiamenti fisici prima degli 8 anni. In che modo? Gemme di seno nelle ragazze e testicoli più grandi nei ragazzi. “Grazie” alla pandemia si è diffusa anche l’obesità (altro fattore da non sottovalutare quando si parla appunto di pubertà precoce). Insomma, le cattive abitudini alimentari ed anche i disturbi del sonno (oltre a quello già citato in precedenza) hanno fatto la loro parte in questi anni.
Pubertà precoce, tutta colpa del Covid: dati incastrano le ragazze
Per non parlare del vistoso aumento di peso che ha visto come protagoniste assolute le ragazze. Dati che sono stati confrontati con altri risultati diramati ancor prima della pandemia. 72 casi di pubertà precoce prima della pandemia di COVID-19 (gennaio 2016-marzo 2020) e 61 casi tra marzo 2020 e giugno 2021. Vale a dire quattro nuovi casi al mese. I ricercatori hanno anche scoperto che le ragazze con diagnosi di pubertà precoce durante la pandemia di Covid-19.
Le stesse che tendevano ad avere punteggi di indice di massa corporea molto più grandi rispetto a coloro che non lo avevano-. Le stesse che hanno trascorso (calcolo medio) almeno 2 ore al giorno utilizzando dispositivi elettronici. Mentre l’88,5% di loro ha interrotto qualsiasi attività fisica. Ad influire negativamente in tutto anche lo stress, isolamento sociale, stato economico e molto altro ancora.
