Le parole del Pontefice pronunciate sul volo di ritorno dalla Gmg che si è appena conclusa in Portogallo, dove un fiume di giovane si è riversato da tutto il Pianeta per incontrarsi e vivere insieme, con gioia e spensieratezza, la propria fede in Cristo, lasciando un messaggio significativa a un mondo spesso in crisi di senso e di identità. Bergoglio, come di consueto, ha affrontato con i giornalisti le tematiche di attualità secondo le domande che gli sono state poste, esternando di conseguenza le sue preoccupazioni e offrendo delucidazioni su alcuni aspetti che hanno fatto riflettere e discutere.
Di fronte alla domanda in cui gli si chiedevano motivazioni del suo silenzio riversato dinnanzi alla statua della Madonna di Fatima, legata alla celebre vicenda di inizio Novecento che ha visto coinvolti tre pastorelli veggenti portoghesi, a cui la Vergine ha consegnato messaggi profetici sul futuro dell’umanità, Francesco ha risposto senza timore spiegando ogni aspetto della sua scelta.
Sul volo per Roma, dopo la Gmg di Lisbona, Bergoglio ha rilasciato la ormai consueta conferenza stampa, in cui si è parlato delle questioni più scottanti dell’attualità internazionale. E quindi guerra, migranti, poveri, diritti civili e via dicendo. Un passaggio, però, ha certamente inciso questa intervista collettiva in maniera inusuale e diversa dal solito. Un momento in cui si è entrato nel merito di questioni propriamente spirituali, o certamente meno materiali, partendo da alcuni gesti che il Pontefice ha compiuto in questi giorni di grande festa, incontrando i giovani da tutto il mondo che dopo diverso tempo hanno riconsegnato un immagine di un cattolicesimo vivo, giovane, entusiasta e pronto a portare la Parola e il messaggio luminoso del Vangelo in una società, specialmente per le fasce sociali meno attempate, sempre più preda di confusioni, messaggi contrastanti e caotici, sofferenza e incertezza sul futuro.
Nello specifico, i giornalisti hanno chiesto a Papa Francesco il perché del suo silenzio di fronte alla statua della Madonna di Fatima, l’effige rimandante alla devozione scaturita al seguito delle apparizioni avute dai tre Pastorelli di Cova da Iria, Lucia, Jacinta e Francisco, nel lontano 1917, oltre un secolo fa. Accompagnando da allora molti aspetti del misticismo cattolico di tutto il Novecento, fino al pronunciamento ufficiale che la Chiesa ha compiuto pubblicamente, a tal riguardo, nel giugno 2000, nel corso di una conferenza stampa tenuta in Vaticano dall’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il Cardinale Joseph Ratzinger, futuro Benedetto XVI. Non convincendo però del tutto, in quella situazione, una fetta di fedeli e devoti, persuasi del fatto che ancora oggi su Fatima ci sia molto da dire, capire e scoprire.
Le ragioni del gesto svelate dallo stesso Papa Francesco
Bergoglio, in quest’ultima occasione, a Fatima è rimasto in silenzio davanti alla Madonna, rinunciando persino di leggere la preghiera per la pace. A specifica domanda dei giornalisti, il Papa non ha esitato a rispondere, nonostante la ragione sia, a suo dire, proprio nel suo desiderio di non fare “troppa pubblicità” su questo specifico argomento. “Io ho pregato, ho pregato la Madonna e ho pregato per la pace. Non ho fatto pubblicità ma ho pregato”, ha detto Bergoglio, ribadendo che “dobbiamo ripetere continuamente la preghiera per la pace. Durante la Prima guerra mondiale, la Madonna aveva chiesto di farlo. Io ho pregato. Ma non ho fatto pubblicità“.
Negli altri passaggi dell’intervista, Bergoglio ha toccato molti punti “scottanti”, tra cui la sua stessa salute, il problema dei migranti e del Mediterraneo, le ragioni per cui non andrà in Francia, la questione degli abusi nella Chiesa e il fatto che non è vero, ha specificato il Papa, che nella Chiesa non ci sia spazio per tutti. “La Chiesa è aperta per tutti. Poi ci sono legislazioni che regolano la vita dentro la Chiesa“, ha risposto il Papa al giornalista che gli ha posto una domanda a tal proposito. “Se uno non può fare dei sacramenti, non vuol dire che la Chiesa sia chiusa. Ognuno incontra Dio nella Chiesa, che è madre e guida ciascuno per la sua strada. Poi ognuno, nella preghiera, cerca il modo di andare avanti. Il Signore è chiaro: tutti. C’è chi non si capisce la Chiesa come madre, e la pensa come una specie di ditta nella quale, per entrare, devi fare questo e non altro…A me non piace la riduzione, questo non è cristiano, è come una eresia gnostica, oggi un po’ alla moda, che riduce la realtà ecclesiale ai regolamenti”