Strage Bologna, in merito alle ultime dichiarazioni rilasciate da Marcello De Angelis, Andrea Colombo prova a chiarire la sua posizione: lo fa in una intervista rilasciata al quotidiano “Il Giornale”
Le dichiarazioni rilasciate da Marcello De Angelis, capo comunicazione del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, hanno scatenato un bel po’ di polemiche. Lo stesso Rocca ha precisato, con un comunicato emanato nella serata di ieri, che prenderà provvedimenti. Opposizioni, nemmeno a dirlo, spiazzate e contrariate dalle sua parole. Tanto è vero che in molti, in questo momento, si aspettando le sue imminenti dimissioni. Tra gli altri anche la premier, Giorgia Meloni. Chi, invece, sta andando decisamente controcorrente è Andrea Colombo che si è schierato dalla sua parte.
Il noto giornalista e cronista al ‘Manifesto‘ e ‘Liberazione‘ ha spiazzato tutti con la sua intervista rilasciata al quotidiano “Il Giornale“. Queste sono state alcune delle sue dichiarazioni: “Tutta questa storia mi sembra gravissima, assurda e surreale. De Angelis ha esercitato un diritto costituzionale: quello di esprimere un suo pensiero. Ha ribadito le cose che ha detto Francesco Cossiga. Le stesse che hanno sostenuto importanti magistrati come Rosario Priore. Pensa che la sentenza sia sbagliata. La presunzione che si possano chiedere le dimissioni per un pensiero corrisponde a un attentato alla libertà di espressione e di parola”.
Il giornalista, da sempre di sinistra, le sentenze in merito alla strage verificatasi 43 anni fa sono del tutto sbagliate: “Credo che tutte le sentenze di questa storia siano profondamente sbagliate, dato che non si basano su una prova. Va cercata tutta la verità e non una parte“. Poi ha continuato dicendo: “Un fenomeno che sostiene che non si possa esprimere un pensiero diverso da quella che è la verità giudiziaria. Loro si attaccano a un motivo: De Angelis è il portavoce del presidente della Regione Lazio, dunque è un rappresentante delle istituzioni. E quindi non può dire quello che pensa?“.
In merito sempre alla strage di Bologna ammette: “La verità è stata battaglia di sinistra fino al 2008. Non esisteva che non si potesse discuterne. Esistono colpevolisti che non conoscono le carte e il processo. La visione della destra e della sinistra, che devono essere diverse, hanno assunto tratti tribali. L’antifascismo, che è una cosa seria, non è una cosa etnica. Non è il modo corretto di interpretare la battaglia politica“.