Abrogare l’isolamento per i positivi al Covid-19 “è una trovata politica per dare soddisfazione a parte dell’elettorato che ha votato questo governo”.
Sono le parole dell’infettivologo Massimo Galli che a Notizie.com commenta la decisione del Consiglio dei ministri di abrogare l’isolamento dei positivi al Sars-Cov-2, il virus che causa la malattia Covid-19.
“È una decisione che per quanto mi riguarda si commenta da sola, presa alle spese di ospedali e direttori sanitari, perché è a loro che va demandata l’ultima decisione”. Nei giorni scorsi l’Organizzazione mondiale della Sanità ha raccomandato agli Stati di mantenere e non smantellare le infrastrutture, continuare a monitorare le varianti e segnalare i casi, ma anche di continuare a somministrare i richiami vaccinali alle persone a rischio.
Secondo Galli, “il governo si fa bello dicendo che il Covid è finito, senza avere nessuno strumento reale per poterlo dire dal punto di vista scientifico, e anche in contraddizione con le indicazioni dell’Oms”;
Ha dichiarato che viene fatta ricadere la responsabilità sui sanitari. Perché?
“Mettiamo il caso che una persona affetta da malattie importanti incontri in ospedale un vicino di letto positivo al Covid e viene contagiato. Non sappiamo con certezza se anche i plurivaccinati sono in grado di difendersi o no, soprattutto nel caso degli immunodepressi. Sarebbe stato saggio mantenere l’indicazione dell’isolamento ospedaliero per le persone con infezioni in atto. Non posso essere d’accordo, sono motivazioni campate in aria”;
Lo dice perché è preoccupato dai numeri dei casi di Covid?
“In Italia quasi metà dei cittadini è guarita dal Covid. E abbiamo gran parte della popolazione con almeno il primo ciclo vaccinale. Non possiamo dire che siamo completamente fuori dal rischio di infezione, ma abbiamo comunque sempre avuto un certo numero di morti di Covid settimanale. Sicuramente siamo messi meglio di tre anni fa, ma non possiamo essere sicuri di non contrarre l’infezione se ci trovassimo di fronte a una variante particolarmente diffusiva”;
Cosa si sa della variante EG.5, l’ultima inserita dall’Oms nella lista dei mutanti da monitorare?
“Le varianti ormai sono centinaia e si sono generate dal ceppo Omicron. I dati sono ancora troppo pochi per dire che è diversa dalle altre. Ne arriveranno di nuove. Piuttosto va valutato il modo in cui questo virus si evolve rispetto a quello dell’influenza. Quest’ultimo, per generare un nuovo ceppo pandemico ha bisogno di riassortimenti robusti e di cambiare interi pezzi del genoma virale, fino ad evolversi. Il Sars-Cov-2 invece, cambia per mutazioni puntiformi e si ricombina da ceppi diversi, e a un certo punto è in grado trasmettersi con successo. Il modo di mutare è diverso, più rapido, continuo e ha un impatto maggiore. Andremo avanti così per un altro po’ e non possiamo prevedere cosa succederà. Possiamo dire per certo però, che Eg.5 non è niente di simile alle varianti Alfa, Delta e Omicron, che causarono vere e proprie ondate in un mondo meno vaccinato di questo”.