“All’inizio ero spaventatissimo, poi ho messo la bandana sul viso e con altri ragazzi ho creato un corridoio di sicurezza…”E’ il racconto a Notizie.com di Daniele. 19 anni ancora da compiere. Era al concerto al Circo Massimo di Travis Scott, dove è stato spruzzato spray al peperoncino e almeno 60 persone sono rimaste intossicate
Il concerto che aspetti da sempre. Lo spettacolo degli spettacoli. L’adrenalina, il fomento, il caos, che possono diventare pericolosi. Molto pericolosi. Lunedì sera, Circo Massimo completamente gremito.
Oltre 60mila ragazzi e ragazzini aspettano sul palco il suo arrivo. Lui è Travis Scott, uno dei rapper del momento. Amatissimo anche in Italia, domina la scena mondiale. Forse il più seguito. Tutti lo conoscono appunto come Travis Scott, ma il suo vero nome è Jaques Bermon Webster II, ed è noto anche come La Flame e Cactus Jack. Alle 21.30 Travis Scott è pronto per infiammare il pubblico in delirio, ma tra le 21.43 e le 21.48, a centinaia di persone verrà rovinata la festa. E per fortuna solo quella, perchè il rischio che il concerto finisse in tragedia è stato davvero alto. Improvvisamente qualcuno decide di spruzzare spray al peperoncino. I ragazzi sono già “appiccicati” uno all’altro. Il panico si diffonde in un attimo.
Gli occhi bruciano, la gola pizzica, il terrore cammina sulle gambe di giovani impreparati all’ “attentato”. Fino ad un istante prima si urla, si canta, si balla. Poi la fuga verso una via di uscita. Chi è travolto, chi sviene. Alla fine, almeno una sessantina di persone verranno soccorse dai sanitari. Dicono che gli interventi siano stati immediati e pronti, ma Notizie.com ha voluto chiederlo direttamente a Daniele, 19 ancora da compiere. Era insieme a 4 suoi amici lunedì sera. Vicinissimo a chi ha pensato di usare lo spray urticante, ed ecco il suo racconto di quei drammatici minuti.
Daniele, mi dicono che sei stato una sorta di eroe, che hai mantenuto la calma per quel che potevi e hai messo in salvo decine di ragazzi come te. Come ci sei riuscito? Torniamo a lunedì sera, raccontaci.
“Allora, quando hanno spruzzato quel maledetto spray al peperoncino, io ero praticamente lì. Vicino, molto vicino. Tutto è successo davanti a me, sulla sinistra. Non ho fatto in tempo a capire inizialmente cosa stesse accadendo, ma c’era un fiume di gente che fuggiva. Gli occhi briciavano e si faceva fatica a respirare. Io ero in compagni di alcuni amici, ma è stato inevitabile perdersi di vista. Ho capito che dovevo andare via di lì. Avevo paura, ero impreparato. Poi mi sono coperto il viso prima con la maglietta, poi con una bandana che avevo. Ho provato a mantenere la lucidità. Se non avessi visto più, cosa mi sarebbe accaduto? Sarei caduto a terra e mi avrebbero travolto. Allora con altri ragazzi abbiamo improvvisato un corridoio di emergenza…Abbiamo fatto in modo che le persone riuscissero a fluire più rapidamente e in maggiore sicurezza”.
Non tutti hanno avuto la tua freddezza.
“No, e infatti ho visto persone, ragazze svenute. Tantissimi tossivano e respiravano male. C’è chi veniva trascinato via. Alcuni sono stati letteralmente tirati fuori”.
Daniele, ma l’organizzazione ha funzionato?
“Cosa posso dire, noi in quel momento ci siamo aiutati da soli e abbiamo aiutato gli altri. Poi credo di poter dire, che le persone intossicate siano andate a farsi medicare nel presidio più vicino. Io lo avevo sulla sinistra. Ma diciamo che ancora prima che il concerto cominciasse, era intuibile che non ci fossero tutte le condizioni di sicurezza…”
Spiegaci meglio
“Alle 19.01, l’orario è esattamente quello perchè ho girato un video degli attimi, parte “Dior” di Pope Smoke. Si comincia a saltare all’impazzata. Eravamo attaccati come sardine e più di qualcuno si è sentito già male in quel momento. Hanno dovuto interrompere il dj-set”.
E il concerto sarebbe iniziato solo due ore abbondanti dopo. Poi Travis Scott sale sul palco più o meno in orario. Ma da lì non trascorre molto tempo prima che accada quella che ora avremmo potuto raccontare come una tragedia.
“Lo spray al peperoncino lo hanno spruzzato tra le 21.43 e le 21.48. Poco prima che salisse sul palco anche Kanie West. Lo dico perchè un mio amico non ne ricorda la presenza sul palco. Dopo quello che è successo, anche noi che eravamo andati in gruppo da 5, ci siamo divisi. Due da una parte, due dall’altra e un mio amico è finito completamente solo. Sono stati poi 15 minuti di follia pura. Menomale che ho pensato a proteggermi il viso e che avevo quella bandana. Ho potuto così aiutare chi era preso dal panico puro!”
Ma avete visto, hai visto, chi possa essere stato a compiere questa idiozia totale?
“No, nè io nè i miei amici abbiamo capito, visto o saputo. E non immaginiamo la motivazione che ci possa essere dietro”.
Ma tu, ti sentivi sicuro ad andare a quel concerto? Credi sia mancato qualcosa nella catena dei controlli?
“Quando sai di andare ad un concerto di Travis Scott, pensi che qualcosa possa accadere. Lui fomenta con la sua musica, ma di certo i cretini e gli irresponsabili non sempre li puoi mettere in conto. I controlli? Beh, a me hanno solo “tastato” lo zaino. Ed avevo la bottiglia di acqua col tappo. A quello evidentemente non lo hanno proprio controllato, altrimenti lo avrebbero beccato con lo spray. Giusto?”