“Se fossi il sindaco di Roma, avrei rilasciato già 300 licenze in più”. Loreno Bittarelli, presidente della cooperativa RadioTaxi 3570, lo dice in esclusiva a Notizie.com commentando il decreto Asset e investimenti
L’ultimo provvedimento del Consiglio dei ministri, prima del rompete le righe e di qualche giorno di vacanza anche per la squadra di governo, ha prodotto l’approvazione del decreto omnibus, ribattezzato “Asset e Investimenti”.
Tra le misure più attese, discusse, ed eclatanti, quelle che riguardano i taxi. Il decreto ha infatti stabilito tra le altre cose, che le città metropolitane, i capoluoghi e i comuni sede di aeroporti internazionali possano bandire un concorso straordinario, sino ad un incremento del 20% rispetto alle licenze esistenti. Il bando è aperto a nuovi operatori. Procedure più snelle e semplificate, rispetto alle regole in vigore. Esclusa l’ipotesi di cumulabilità delle licenze definitive. Sarebbero previsti percorsi di sburocratizzazione anche per le procedure inerenti le licenze temporanee, prorogabili fino a 24 mesi.
Per acquistare un taxi, necessario all’esercizio delle nuove licenze, saranno previsti raddoppi dell’ecobonus. Ne beneficeranno anche Ncc. Semplificazioni in arrivo anche per la doppia guida, strumento che servirà per fare fronte ai picchi di turisti nei periodi più clou. Tutto ciò sarà sufficiente alla categoria delle auto bianche per sotterrare l’ascia di guerra, smettere di minacciare scioperi e avviare una collaborazione proficua con governo e comuni di riferimento in cui operano le singole cooperative di Taxi? Lo abbiamo chiesto ad una “istituzione” romana delle auto bianche, Loreno Bittarelli, a capo della cooperativa Radiotaxi 3570.
Presidente Bittarelli, quanto siete o quanto è soddisfatto, delle novità che riguardano la vostra categoria e che sono previste nel decreto Asset e investimenti?
“Beh, alcune cose sono state migliorate. Come nel caso del divieto di cumulo delle licenze. Bene anche il fatto che molte procedure siano state snellite, ad esempio per le doppie guide. Quando la nuova legge verrà approvata sarà sufficiente fare comunicazione alla Camera di Commercio. Restano diverse perplessità”.
Immaginavo ce ne fossero, mi dice quali sono le principali secondo lei?
“Parliamo del bando delle licenze stagionali, riservato agli attuali titolari per il rilascio periodico fino ad una durata massima di 24 mesi. Un tassista può acquistare è vero un’altra licenza, ma per farla guidare ad un’altra persona, che diventa una sorta di dipendente. Quindi deve calcolare questa voce di spesa, deve acquistare necessariamente un’auto elettrica. Io non farei questo investimento a fronte del fatto che da questa licenza si possa recedere dopo 24 mesi. E’ una misura che non sta in piedi”.
Alternative? Proposte?
“Sarebbe stato più logico avere la possibilità di applicare quanto è normato e previsto nel decreto Bersani. Titolo non cedibile, che viene preso in incarico o acquistato dalle cooperative. A Firenze accade. Così la cooperativa gestisce e compra. Un singolo tassista invece non può sobbarcarsi la spesa o far uscire macchine in base ai momenti di emergenza. Di conseguenza questo aspetto del decreto sarà fallimentare se non sarà emendato diversamente”.
Ci sono margini per migliorarlo?
“A detta di Urso sì”.
Parliamo del numero delle licenze, tema divisivo per usare un eufemismo.
“Le licenze vanno aumentate, ma senza sparare numeri a caso. Io parlo ogni giorno con Roma, Milano, Firenze, Napoli, Palermo. Le città col maggiore afflusso turistico. Vero, abbiamo vissuto e stiamo vivendo un boom di arrivi, di turismo sfrenato, ma quanto durerà? Da settembre faremo probabilmente i conti con una realtà diversa. Servono piazzole, servono maggiori corsie preferenziali, mica solo le licenze…”.
A Roma, facciamo un esempio concreto, cosa farebbe?
“Se fossi sindaco di Roma, avrei rilasciato licenze per 300 taxi in più. Ma ripeto a fronte anche di più corsie preferenziali e luoghi dove le macchine possano sostare nei momenti in cui sono ferme. Poi se ci rendessimo conto che 300 licenze non bastassero, allora potrebbero sempre essere implementabili. Si potrebbe anche arrivare a 500. E poi mi faccia dire ancora…”.
Prego, dica
“Bisogna introdurre compensazioni per i tassisti. Reintroduciamo il credito di imposta sui carburanti; l’abbattimento dell’IVA sui beni strumentali. Non possiamo scaricare l’IVA noi tassisti. E potremmo portarla dal 22 al 4 % per chi acquista auto elettriche o per disabili. Infine vanno introdotti elementi di flessibilità, per turni e rotazioni. I comuni devono essere in grado di ottimizzare, pensando agli orari nell’arco della giornata. Ci sono orari di punta, e momenti in cui il lavoro è di meno”.
Capitolo tariffe, nota dolente per chi spesso prende un taxi…
“Ecco questo è un altro elemento di flessibilità non previsto dal decreto. Occorre fare leva su tariffe che determinino un prezzo calcolato massimo e minimo. Le App su questo aiutano. Poi il cliente può ricorrere anche ai metodi tradizionali. Questa però sarebbe una soluzione ottimale per far fronte a diverse esigenze e molteplici richieste”.
Torniamo e chiudiamo su Roma. Il dialogo con l’assessorato di competenza a che punto è?
“L’interlocuzione con l’assessore Patanè è pari a zero. Diciamo pure che non ci si filano proprio!”.