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Esteri

Biden, stretta su forniture tech dalla Cina. Pechino inasprisce i toni

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Francesco Gnagni

Dagli Stati Uniti soffiano sempre più forte i venti di scontri e inimicizie. Il presidente Usa Joe Biden ha infatti annunciato di avere lanciato una stretta sui prodotti hi-tech dalla Cina, mentre Pechino, con cui il dem non nutre di certo un buon rapporto, replica a stretto giro parlando nientemeno che di “bullismo tecnologico”. Arrivando persino ad accusare gli Usa di disattendere i principi del libero mercato.

L’esecutivo americano ha infatti deciso di imporre dei paletti in particolare per quanto riguarda i semiconduttori, il quantum e alcuni sistemi di intelligenza artificiale. Una decisione che non è andata giù in alcun modo ai cinesi che hanno replicato paventando i rischi che ora le aziende occidentali potrebbero pagare in termini di mancanza di forniture.

(Ansa)

Sono delle vere e proprie “rimostranze solenni” quelle presentate dalla Cina nei confronti degli Stati Uniti, al seguito delle decisioni prese dall’esecutivo dem che si prefiggono l’obiettivo di limitare gli investimenti nella tecnologia cinese. Misure nei confronti delle quali il Dragone ha espresso “forte insoddisfazione e ferma opposizione”.

Si acuiscono i toni tra Cina e Stati Uniti

In sostanza, la vicenda sembra alimentare ulteriori malumori in un periodo storico in cui le posizioni delle due potenze mondiali non sembrano certo andare nella stessa direzione, ma al contrario scivolano ogni giorno più lontane, a partire dalla delicata situazione ucraina ma non solo.

Pechino ha così assicurato che “presterà molta attenzione agli sviluppi rilevanti e salvaguarderà risolutamente i propri diritti e interessi”. La nota pubblicata dal ministero degli Esteri cinese, firmata da una anonimo portavoce, ci va giù dura. Secondo questi, infatti, “con il pretesto della sicurezza nazionale” gli Stati Uniti punterebbero a “privare la Cina del suo diritto allo sviluppo e a salvaguardare propria egemonia e propri interessi. Questa è pura coercizione economica e bullismo tecnologico“.

In sostanza, quello che Pechino ha voluto esprimere è il malcontento per una scelta che ora rischia di danneggiare in maniera significativa le forniture globali in partenza dall’estremo Oriente. il pretesto della sicurezza nazionale”, gli Usa puntano a “privare la Cina del suo diritto allo sviluppo e a salvaguardare propria egemonia e propri interessi. Questa è pura coercizione economica e bullismo tecnologico”, ha denunciato in una nota il ministero del Commercio cinese.

(Ansa)

Secondo quest’ultimo, infatti, paradossalmente l’iniziativa di Washington “segna una netta dipartita (dai principi) dell’economia di mercato e della libera competizione che gli Usa hanno sempre promosso, e influiscono sulle normali decisioni operative delle aziende, danneggiando l’ordine commerciale internazionale”. Nella nota, Pechino esprime “grave preoccupazione” per le misure assunte da Washington e si riserva “il diritto di adottare contromisure”.

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Francesco Gnagni