Il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo interviene sul tema dei compensi per il ponte di Messina, di cui sta parlando da giorni. Per il forzista è infatti “giusto derogare al tetto sugli stipendi”, ed è ora di fare “basta di usare gli occhi dell’antipolitica”. “Serve ad assicurarsi tecnici di valore”, dice, difendendo tuttavia la deroga al tetto dei 240 mila euro di compensi, “se serve ad assicurare allo Stato il contributo di tecnici di valore”.
Ora però l’impegno della Pa è di attrarre talenti giovani, subito dopo il rinnovo di tutti i contratti e il recupero dell’inflazione da avviare con la prossima legge di bilancio. “Servirebbero 30 miliardi, in pratica un’intera manovra”, ammette.
Da giorni si discute infatti della deroga al tetto dei 240 mila euro per i compensi relativi alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina. “Penso che dobbiamo smetterla di trattare questi temi con gli occhi dell’antipolitica. La deroga al tetto dei 240 mila euro è un’opzione lecita per tutti quei ruoli tecnici che sono esposti, in termini di retribuzione, alle dinamiche del mercato. Per quale ragione un bravo ingegnere, economista, architetto, dovrebbe decidere di lavorare per un’azienda pubblica quando il privato, o magari una partecipata dello Stato, offre opportunità retributive 3-4 volte superiori?”, ha detto il ministro forzista Zangrillo in un’intervista al quotidiano La Stampa.
Sul tema dell’attrattività della Pubblica amministrazione nei confronti dei giovani, Zangrillo auspica un cambio di passo. “Sono convinto che le organizzazioni che funzionano, le organizzazioni virtuose, sono quelle capaci di mettere in connessione vecchie e nuove generazioni, e creare quel mix che consente di disporre di solide esperienze ma, al tempo stesso, di poter investire su nuove forze, su nuove energie”. Il “posto fisso zaloniano” sembra non attrarre più tanto, se i compensi restano bassi, e persino nella sanità i giovani sembrano scappare. “La retribuzione è senza dubbio un elemento che contribuisce alla motivazione delle persone al lavoro; questo vale nel pubblico come nel privato. Come ministro della Pa vorrei disporre di tutti i fondi necessari per soddisfare i 3,2 milioni di dipendenti pubblici, anche dal punto di vista salariale, ma non operiamo a risorse infinite”, ammette.
Zangrillo però punta su un altro tipo di valore, oltre quello economico. “Non bisogna dimenticare che l’appeal di una organizzazione non dipende solo dal fattore economico: dobbiamo fare in modo che le nostre persone siano soddisfatte perché sanno di far parte di una organizzazione che si preoccupa di formarle, di dare loro opportunità di crescita dal punto di vista organizzativo, di essere misurati per quello che valgono e di disporre di tutte le soluzioni di welfare aziendale che garantiscono un corretto equilibrio tra l’impegno professionale e la vita personale. È quello su cui stiamo lavorando”