Le parole del primo ministro albanese Edi Rama, in cui i turisti italiani sono stati paragonati agli emigranti albanesi di trent’anni fa, hanno scatenato una bufera. Intervistato dal quotidiano Il Foglio, Rama ha cercato di calmare le acque invitando la premier Meloni in vacanza sulle coste adriatiche ma dal lato orientale.
“Le svelo un segreto”, ha esordito Rama la conversazione con il quotidiano diretto da Claudio Cerasa. “Ci siamo sentiti anche pochi giorni fa, ho invitato Giorgia e la sua famiglia a trascorrere qualche giorno qui da noi, in relax”.
La risposta di Meloni, ha affermato Rama al Foglio, è stata altrettanto cordiale. La premier italiana avrebbe infatti risposto che farà di tutto per passare a salutarlo dopo il suo soggiorno in Puglia. Non manca insomma che i due si mettano d’accordo.
Il paragone di Rama sui social infatti era piuttosto duro, vagamente forzato. L’invasione dei turisti italiani sulle coste albanesi paragonabile all’esodo nel 1991 di ventimila albanesi a Bari. Tuttavia, il premier albanese spiega che non c’era nessun intento polemico da parte sua. “Voi e noi siamo cugini. Anzi fratelli”, dice.
Certo è che con il rincaro dei prezzi turistici in Italia, molti italiani non sembrano pensarci due volte a sbarcare sulle coste dei cugini, o fratelli, albanesi. Un ombrellone e due lettini a dieci euro al giorno, dice Il Foglio, ben diverso da quelle centinaia di euro a famiglia che da giorni raffigura i prezzi delle coste emiliane, toscane, pugliesi, liguri o venete. Insomma, se gli italiani scappano dalle nostre coste, gli albanesi, li accolgono.
Sono gli stessi che trent’anni fa sono arrivati in Italia per lavorare e in questo tempo hanno racimolato un bel gruzzoletto per aprire strutture turistiche “a casa loro”. “Non siamo costosi, puntiamo a ospitare mezzo milione di italiani in vacanza quest’anno. E poi non c’è nulla da fare: voi qui vi sentite a casa”, dice il socialista Rama.
“Quest’anno, da gennaio a luglio, siamo cresciutgi del 35 per cento comparato con l’anno scorso”, chiosa Rama. “Non siamo più nella situazione di quando la maggioranza degli europei pensava che qui da noi ci fossero solo criminali che potevano uccidere”.