In merito alla questione del salario minimo, il segretario di ‘Azione’ Carlo Calenda si è voluto soffermare: lo ha fatto rilasciando una intervista ai microfoni del quotidiano “Il Giornale”
Non è affatto un mistero che l’ex candidato sindaco della Capitale sia stato il primo leader dell’opposizione a bussare alla porta del governo. Ovviamente con l’obiettivo di chiedere un dialogo in merito alla proposta del salario minimo. Una richiesta che è stata accolta da parte della premier, Giorgia Meloni, che lo ha successivamente convocato. In merito a ciò Carlo Calenda ha voluto esprimere il suo pensiero (che non è cambiato di una virgola) in una intervista che ha rilasciato ai microfoni del quotidiano “Il Giornale“. Nel corso della stessa, però, non sono mancate le bacchettate e le continue polemiche nei confronti proprio della politica.
Queste sono alcune delle sue dichiarazioni a riguardo: “Sono 30 anni ormai che la politica italiana produce solo rumore, un gran rumore. Mentre invece, sui problemi reali del Paese, dalla sanità ai salari, bisogna trovare il modo di sedersi attorno a un tavolo, ragionare in modo pragmatico e, se possibile, trovare soluzioni concrete”.
Nel corso di un incontro ha voluto fare qualche previsione: “Credo e temo che ci sia un 10% di possibilità che esca qualcosa di positivo. Ma credo anche che quel 10% valga almeno un tentativo. Se no continuiamo a far chiasso, e poi quando anche questo governo sarà finito ci toccherà cercare un adulto che metta a posto la situazione. Con il problema notevole che, ahinoi, i Draghi ormai sono finiti”. Il capitolino non ha alcun dubbio: ovvero spera che una parte dell’opposizione preferisca che la proposta di salario minimo venga bocciata.
Poi non si è fatto attendere il riferimento nei confronti della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ed anche del suo partito, Fratelli d’Italia: “Allo stesso modo credo che abbiano enormi difficoltà ad ammettere che anche loro, quando erano minoranza, proponevano il salario minimo per legge, ma ora che han cambiato ruolo sono contrari. È il solito eterno gioco: se sei al governo e l’opposizione fa una proposta, è sbagliata per definizione. Quando poi sei tu all’opposizione, la rilanci”.