Nei giorni scorsi il Consiglio dei ministri ha approvato la tassa sugli extraprofitti delle banche.
Si tratta di una norma straordinaria ed ha l’obiettivo di combattere il caro-muti. Ne abbiamo parlato con Claudio Borghi, della Commissione bilancio al Senato per la Lega. “Il provvedimento è un decreto del governo, poi ci sarà l’iter parlamentare per le eventuali modifiche”.
Senatore Borghi, di cosa si tratta?
“Sulla base di quanto annunciato finora, sembra che si stia parlando di una tassazione che colpisce il margine di interesse. Vale a dire, la differenza tra quanto la banca incassa prestando soldi e quanto paga ricevendoli a prestito. Stringendo di molto il concetto: è quanto incassa da mutui e prestiti e quanto paga sui conti correnti. È più complicato di così, ma rende l’idea”;
Perché il governo ha ritenuto necessario tassare gli extraprofitti delle banche?
“Con l’innalzamento dei tassi da parte della Bce, si è avuto un forte aumento del costo dei prestiti. Dall’altra parte però, tutti abbiamo visto che non c’è stato un altrettanto rapido innalzamento dei tassi sui nostri conti correnti. Le banche hanno lasciato correre i profitti senza riconoscere quello che dovrebbe spettare ai correntisti. Questa situazione è stata confrontata con gli altri istituti europei e si è visto che i nostri sono stati molto “avari”. Una banca inglese, in media, restituisce ai correntisti cinque volte in più di una italiana. Quindi l’esecutivo ha deciso di intervenire, dal momento che probabilmente si tratta più dell’intento di trarre grossi profitti che di abilità gestionale”;
Forza Italia chiede cautela. La maggioranza è divisa?
“Le specifiche per me chiariscono abbastanza i paletti su cui di interviene per evitare storture. È evidente che una banca è un meccanismo abbastanza complesso. Maneggia quantità di denaro molto grandi, quindi se si applicano percentuali su di esse e non sono calibrate bene, si rischiano aspetti punitivi. Noi non abbiamo intenzione di castigare le banche o danneggiarne l’attività. Semplicemente si tratta di una tassa su circostanze particolarmente fortunate, non derivanti da un merito. Non dimentichiamo che le banche, se le cose vanno male, ricevono soldi dal pubblico”;
Come verranno utilizzate le entrate della tassa sugli extraprofitti?
“Per servizi o per pagare meno tasse. Questa seconda voce è la prima che abbiamo in mente. Non dimentichiamo che col taglio al cuneo fiscale, tutti si sono resi conto di aver avuto un aumento in busta paga. Vogliamo rendere strutturale questa misura”.