Smart working, le cose stanno seriamente per cambiare? Gli ultimi aggiornamenti in merito a questo importante argomento
Smart working sì, smart working no. Anzi, più per il no (ma con qualche precisazione). A stravolgere nuovamente i piani ci ha pensato direttamente il numero uno dell’azienda leader del settore “Smart”: stiamo parlando di ‘Zoom‘. A quanto pare, la grande azienda, sta decidendo di far ritornare il personale al lavoro. Dopo che, nel periodo della pandemia, ha incoraggiato e favorito i lavoratori a rimanere nelle proprie abitazioni continuando il loro lavoro. Insomma, un ritorno negli uffici. Almeno due volte alla settimana. A rilanciare questo argomento i più importanti quotidiani e media americani come: “Washington Post“, “The Guardian” e la “CNN“.
La società, con sede a San José, vorrebbe che il personale torni in ufficio. Tanto da definire il tutto come “approccio ibrido strutturato”. I lavoratori interessati al rientro in ufficio sarebbero 8 mila suddivisi nei dodici uffici sparsi un po’ ovunque nel mondo. Tra questi figura anche il Regno Unito. Una notizia che, ovviamente, ha fatto immediatamente il giro dei social network. Ovviamente la maggior parte degli utenti (proprio coloro che lavorano comodamente da casa) non l’hanno presa affatto bene. Tanto da prenderla in maniera ironica: “Zoom, patrocinatore del lavoro a distanza, richiama i lavoratori“.
Smart working, si ritorna in ufficio? Il parere del settore leader ‘Zoom’
Secondo quanto riportato dall’emittente televisiva “CNN” pare che il rientro in ufficio possa stravolgere le aziende tecnologiche. Anche perché, altre società importanti come Google, Amazon e Salesforce, pare che stiano adottando una politica del genere. Tanto da porre fine alla politica dello smart working ed anche quello della flessibilità. Ovviamente tra il dispiacere dei lavoratori. L’altro quotidiano “The Guardian” ha voluto ricordare quanto ha avuto importanza, nella borsa, ‘Zoom’ in piena pandemia. Il prezzo delle azioni è cresciuto da 89 dollari fino ad arrivare a 559.
Un numero a dir poco impressionante. C’è anche chi, però, condivide la scelta del settore leader. Tra questi spunta Nicholas Bloom, professore di Economia alla Stanford University: ha definito la loro decisione come “sensata e pertinente”. Come riportato in precedenza la richiesta è di “due giorni alla settimana”. Non è da escludere, però, che con il passare del tempo i due si trasformino in cinque. Ovvero tutta la settimana lavorativa.