Il presidente della commissione Lavoro alla Camera, Walter Rizzetto, esponente di Fratelli d’Italia, vede in maniera positiva l’incontro avvenuto ieri a Palazzo Chigi tra governo e opposizioni in cui si è discusso di salario minimo. Dallo scontro duro e puro a un vertice che testimonia confronto e apertura, in spirito costruttivo, come è stato ribadito in più occasioni negli ultimi giorni. “Non è stata una passerella. Mi spiace che le minoranze che hanno governato per anni in passato, non abbiano mai risolto il problema del lavoro povero e precario”, dice Rizzetto al quotidiano Avvenire.
“Purtroppo c’è un aspetto molto ideologico. Spero che ci possano essere altri incontri e soprattutto possa riprendere il dibattito in Commissione per arrivare a una legge che salvaguardi i lavoratori senza tutele”, afferma il deputato del partito di Giorgia Meloni.
Per Rizzetto, infatti, la tanto chiacchierata e sbandierata direttiva europea che parla del bisogno di normare il salario minimo ha poco a che fare con il caso italiano, per la ragione che la gran parte dei lavoratori italiani, il 94 per cento, rientra nella contrattazione collettiva. “Un salario minimo applicato erga omnes per legge potrebbe paradossalmente creare dei problemi e da parte datoriale alcuni potrebbero abbandonare i risultati raggiunti dalla contrattazione e applicare, a ribasso, una legge”, dice l’esponente del partito di Giorgia Meloni.
Le parole dell’esponente di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto
Secondo Rizzetto, infatti, il vero bisogno ora è quello di “ragionare sui rinnovi dei contratti” per “rinnovarli bene, non come proposto da qualche sindacato qualche settimana fa a sei euro lordi all’ora per una specifica categoria”. Per guardare poi alla “contrattazione decentrata”. “A nessuno viene ancora in mente che nove euro lordi l’ora possano favorire in alcuni ambiti il lavoro nero?”, è la provocazione del deputato meloniano sulle colonne del quotidiano dei vescovi italiani.
“Potremmo applicare un corollario di iniziative che di fatto aumenterebbero le buste paga oppure estendere oltre quel 94% l’applicazione dei contratti, ovvero entrare nell’alveo non oggi coperto. Governo e maggioranza stanno cercando le risorse per rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale che, molto semplicemente, farebbe arrivare più soldi in busta rispetto alla sola applicazione dei 9 euro lordi e onnicomprensivi. Serve pensare bene a che cosa fare, con proposte costruttive e strutturali. A partire dall’aumento della produttività”.