Il Presidente del Consiglio invia una lettera al quotidiano milanese e annuncia: “Ci possiamo arrivare prima della Legge di Bilancio”
Non una porta, ma un portone. Sul salario minimo il Governo tende la mano e vuole dialogare per trovare una soluzione e arrivare anche a una legge. E nel più breve tempo possibile. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, scrive una lettera al Corriere della Sera e fa ampiamente capire, pur mantenendo salde le idee e la linea della maggioranza, quanta voglia c’è di mettersi a disposizione per dialogare e lavorare insieme all’opposizione. “Il governo fin dal suo insediamento ha dimostrato che la priorità della sua azione è la difesa dei salari e del reddito degli italiani. Abbiamo dedicato gran parte delle risorse disponibili al taglio del cuneo fiscale e a rafforzare il potere d’acquisto delle famiglie. Sarà questa la linea che seguiremo nella prossima legge di bilancio alla quale stiamo già lavorando“.
Per Meloni non ci sono barriere o ostacoli a quello che si vuole provare a fare, tanto che lo ribadisce con forza anche al CorSera, dopo averlo ampiamente ribadito dopo il primo incontro con le opposizioni. “Ogni proposta che va in questa direzione, quella del reddito e del lavoro, del merito e dell’equità, trova il nostro ascolto, non abbiamo pregiudizi ideologici, siamo pragmatici” ha chiarito il Premier, tanto da spiegare con particolari che “ci siamo confrontati ieri a Palazzo Chigi con i rappresentanti dei partiti dell’opposizione sulla loro proposta di salario minimo. Credo sia un segno di grande rispetto. Non è solo una questione di stile, ma di sostanza politica, è il mio modo di essere“.
Sulla strada da seguire, il presidente del Consiglio sa bene che “ci sono delle divergenze”, ma aggiunge che “Da parte mia ho ribadito che la strada maestra per alzare i redditi è quella di una Nazione che torna a crescere. Da troppi anni l’Italia non cresce in maniera continua e robusta, questo purtroppo si traduce anche in salari che continuano a restare bassi mentre il costo della vita sale. Dobbiamo spezzare questo vicolo cieco della non-crescita“.
Sul salario minino il Premier Meloni ricorda e sottolinea con convinzione che “molte forze sindacali e tanti esperti di lavoro” non nascondono delle perplessità sulla misura e sul provvedimento sul quale si vuole lavorare, ma il timore è che “possa diventare un parametro sostitutivo e non aggiuntivo per i lavoratori, andando così, per paradosso a peggiorare la condizione di molti lavoratori“. E ribadisce quali sono i dubbi e che soprattutto dice di “condividere”, ma allo stesso tempo prosegue nella lettera che “non ho preclusioni ideologiche“. E insiste tendendo la mano ed essendo propositiva, tanto che nella lettera al Cor Sera scrive: “di avviare un serio confronto nella sede preposta a farlo per Costituzione e cioè il Cnel. Un confronto celere, da concludersi in 60 giorni con una proposta concreta sul tema del ‘lavoro povero’, non solo sul salario minimo“, anche perché ci può essere fiducia visto che “una tabella di marcia certa, possiamo arrivare prima della legge di Bilancio a una proposta di legge condivisa con le parti sociali, un testo efficace, basato su dati reali, che possa veramente rispondere a chi cerca un lavoro e a chi ce l’ha ma non è sufficiente per una vita dignitosa”.