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Politica

Salario Minimo, Guerra(Pd) attacca la Meloni: “Perde tempo con le chiacchiere”

Published by
Leonardo Marcucci

Il salario minimo sembrerebbe essere stato temporaneamente sconfitto e Cecilia Guerra del Pd, non sembra soddisfatta dalle alternative proposte dalla maggioranza di governo.

Mentre a destra “esultano” per la sostanziale débâcle del salario minimo, a sinistra si ragiona sulle alternative proposte dalla premier e, stavolta, è stata Cecilia Guerra, responsabile del Lavoro del Pd, a bocciare con convinzione le alternative presentate dalla Meloni.

Delega fiscale, Guerra (Pd) a Notizie.com: “Con la Flat tax al 15% non sarebbe più possibile finanziare il welfare” (Ansa Foto) – notizie.com

Secondo la militante del Pd, nonostante si possa in parte esultare poiché il governo ha preso atto del tema posto dall’opposizione, da destra non sono giunte proposte concrete, ma sterili chiacchierate condite dalla consueta propaganda.

Alternative non soddisfacenti

È sicuramente un fatto positivo che il governo abbia dovuto prendere atto che esiste il problema delle retribuzioni basse e della povertà del lavoro. Tutto questo la presidente del Consiglio lo ha sottolineato con forza”, esordisce così la Guerra. Tuttavia: “Ci aspettavamo che si presentassero con una proposta concreta su cui confrontarsi. E invece non hanno fatto una traccia di proposta. Evidentemente abbiamo colpito nel segno, la nostra proposta di legge sul salario minimo ha avuto una risposta concreta nel paese e ha costretto l’esecutivo a non chiudere la porta”, così afferma durante l’intervista al Corriere della Sera. 

Giorgia Meloni e Raffaele Fitto (Ansa Foto) Notizie.com

La proposta di coinvolgere il Cnel “è una specie di tentativo di prendere tempo, di lanciare la palla in tribuna. La premier ci ha chiamato a questo confronto, ha ascoltato i nostri interventi, ma non abbiamo fatto dei passi in avanti. Parliamo due linguaggi diversi”, commenta piccante la Guerra. Per quanto concerne il dialogo con la maggioranza: “Margini per una trattativa reale ci saranno solo se i rapporti di forza non si limiteranno soltanto alle aule parlamentari ma si svolgeranno con la sensibilizzazione del paese”. L’economista del Pd conclude, ribadendo l’importanza del provvedimento e l’intenzione di proseguire con delle petizioni, utili a intercettare la volontà del paese reale: “Andremo avanti con la nostra proposta, lanciamo una petizione per allargare il consenso nel paese. Meloni non ha chiuso sull’idea generale di un salario minimo. Anche perché politicamente non sa come fare, visto che la nostra idea di salario minimo trova consenso nel paese”.

La frecciatina di Foti e l’alternativa proposta

Mentre il governo si è preso 60 giorni per trovare un’alternativa alla proposta, Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha detto la sua sulla vicenda. L’esponente del centro-destra ha messo l’accento sull’incoerenza di una sinistra, che, secondo lui, avrebbe potuto pensare prima (nei 15 anni precedenti di governo) ad un provvedimento per alzare i salari minimi. Le parole provocatorie di Foti, rivolte direttamente alla segretaria del Pd Elly Schlein, sono piuttosto esplicative: “Mi fa piacere che Schlein sia scesa da Marte e abbia iniziato a guardare le cose che il suo partito al governo per 15 anni avrebbe potuto approfondire senza necessità di fare appello alla propaganda. Hanno poche idee e confuse. L’unica è che raccoglieranno firme sotto l’ombrellone per una misura che, comunque, non vedrà la luce neanche l’estate prossima. Al posto di salario minimo sarebbe più corretto parlare di equo compenso”. Parole piuttosto forti, che fanno appello alla compattezza della maggioranza nell’ostacolare questo controverso provvedimento proposto dall’opposizione.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti (Ansa Foto) Notizie.com

Foti prosegue, soffermandosi su ciò che, secondo lui e il suo partito di appartenenza, sarebbe utile fare in alternativa al salario minimo del centro-sinistra: “L’impegno, anche da parte del governo, deve essere quello di favorire il rinnovo dei contratti scaduti, come quello della sanità; il potenziamento della contrattazione di secondo livello; la detassazione di straordinari e tredicesime e poi, il tema che rimane sullo sfondo e Schlein non affronta perché non è comodo per il suo dante causa Landini, quello della partecipazione dei lavoratori agli utili, che è previsto dalla costituzione ed è un grande inattuato. L’impegno di fratelli d’Italia su questo fronte c’è”.

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Leonardo Marcucci