Per il professore Marco Tarchi, politologo italiano spesso al centro di vivaci battaglie culturali, da sempre figura legata al mondo della destra, quelli dell’attuale esecutivo guidato da Giorgia Meloni sono solamente movimenti legati a interessi di natura elettorale. Che starebbe a significare che “la destra sociale non tornerà”.
Tarchi sostiene infatti che, a causa del fatto che nelle prime comparse al governo Meloni è stata costretta a compiacere i “poteri forti”, ora ha bisogno di riequilibrare l’assetto del suo partito e delle lotte portate avanti.
Tra incontri sul salario minimo e tasse sugli extraprofitti delle banche, molti commentatori hanno iniziato a vedere il partito di Giorgia Meloni, e l’esecutivo da lei guidato, come particolarmente rivolto ai temi di natura “sociale”. Tanto che molti hanno fatto riferimento al pensiero e le caratteristiche della storica “destra sociale” italiana, che tuttavia il professore Tarchi, lontano animatore della fanzine di destra radicale dal nome a dir poco ironico, “La voce della fogna“, non crede proprio che ritornerà.
“Nelle odierne democrazie le campagne elettorali iniziano il giorno dopo la chiusura delle precedenti consultazioni”, dice Tarchi in un’intervista rilasciata al Fatto quotidiano. “È così, in ogni paese e qualunque sia il colore del governo in carica. Meloni ha il problema di dover tenersi buone le diverse componenti dell’elettorato, piuttosto eterogeneo, che l’ha portata a Palazzo Chigi e di apparire come un politico diverso dagli altri, che mantiene le promesse”.
Per Tarchi, infatti, il punto è che in un primo momento Meloni ha dovuto seguire una linea economica liberale per compiacere quelli che erano gli elettori di Forza Italia e soprattutto per non fare torno “a taluni ‘poteri forti’ della finanza e dell’editoria”, spiega. “Ora cerca di riequilibrare l’assetto per non deludere chi l’ha votata”, che “la vedeva come una nemica di quegli stessi poteri”.
L’incontro sul salario minimo invece per Tarchi rientra “in quel bon ton istituzionale cui Meloni tiene molto per accrescere la sua legittimazione”. Mentre per quanto riguarda, infine, quello che viene definito come processo di elaborazione o rimozione della destra post fascista, per Tarchi se ciò significa “abiura, condanna o simili, sarebbe semplicemente suicida che la destra facesse cioè he vogliono i suoi avversari”. Mentre “un ripensamento critico” sarebbe stato “elaborato fin dalla metà degli anni Settanta. Fratelli d’Italia farebbe bene a confrontarsi con quella linea di pensiero”.