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Politica

Voli, la bordata di Urso contro Ryanair: “Faccia ciò che crede. Basta speculazioni”

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Francesco Gnagni

Il governo continua il suo braccio di ferro con Ryanair e l’Ad della compagnia minaccia di fare cessare i voli in Sicilia e Sardegna per l’estate e per il prossimo inverno. La richiesta è di cancellare il decreto che impone limitazioni ai sistemi di definizione dei prezzi. Sul tema, interviene seccamente il ministro delle Imprese Adolfo Urso: “Basta concorrenza senza regole”. 

“Se vanno via, saranno sostituiti”, dice Urso in un’intervista al quotidiano La Stampa in cui ci va giù pesante. Per anni, afferma, la compagnia irlandese ha fatto ciò che voleva, ma con il governo Meloni le cose cambieranno.

(Ansa)

Non c’è pace per Adolfo Urso, ministro del governo Meloni, siciliano di origini, nemmeno a ridosso del Ferragosto. Intervistato dal quotidiano La Stampa, ha preso di petto la situazione venutasi a creare a seguito dello scontro tra esecutivo e compagnia irlandese low-cost, e ha risposto tranchant: “Wilson faccia quel che crede. L’Italia è il primo mercato della compagnia, il più appetibile d’Europa. Se taglieranno rotte, le riempirà qualcun altro. Mi chiedo solo se gli azionisti di Ryanair sono della stessa opinione”.

Le parole del ministro Urso contro la compagnia di voli low-cost

Insomma, è un vero e proprio ring quello su cui si sta consumando la debacle. Urso è un politico vecchio stampo, ricorda il quotidiano diretto da Massimo Giannini, e non ne fa certo una questione di rispettare più o meno le leggi di mercato. “Quando vengono messi in vendita biglietti a mille euro in concomitanza di eventi alluvionali”, spiega Urso con forte (e giusto, non si può dire altro) risentimento rispetto a quanto accaduto la scorsa estate in Toscana ed Emilia, “allora il mercato non c’entra nulla. Si chiama speculazione“.

Fine insomma dell’epoca in cui le aziende private facevano il bello e il cattivo tempo all’interno dei Paesi e nei confronti dei clienti? Per il ministro, è proprio così, è arrivato il tempo in cui realtà come Ryanair sono chiamate a “cambiare”, verso un sistema più “armonico”. “Mettere in concorrenza gli aeroporti a suon di sussidi non va bene”, dice.

(Ansa)

La conclusione è che il governo non ha alcuna intenzione di ripensare la norma che prevede limiti tariffari nei momenti di picco. “Il mercato che funziona è quello regolato”, dice Urso. “Fin qui è stato evidentemente sregolato”. 

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Francesco Gnagni