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Cronaca

Carceri, Donato Capece (Sappe) a Notizie.com: “Subito un tavolo tecnico col ministro. Interlocuzione con Nordio? Muto alle nostre richieste”

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Luigia Luciani

“Meno carcere, più territorio. L’interlocuzione col ministro Nordio? Muto alle nostre richieste”. Risponde così, in esclusiva alle nostre domande sul mondo della detenzione, Donato Capece, segretario generale Sappe

“Due assistenti capo coordinatori della Polizia penitenziaria del carcere di Potenza, durante il proprio turno di servizio, hanno salvato la vita a un detenuto poco piu’ che ventenne, di nazionalita’ italiana, appartenente a etnia rom, “che aveva tentato di impiccarsi utilizzando pezzi di lenzuola annodate e poi legate alle inferriate della cella”.

Carceri, il segretario Sappe a Notizie.com, foto Ansa

E’ quanto ha fatto  sapere il segretario regionale del Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria, Saverio Brienza. Per Donato Capece, segretario generale del Sappe,la via piu’ netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Anche la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici e’ causa da tempo di gravi criticita'”.

Notizie.com ha sentito al telefono in esclusiva il segretario Capece, e a lui abbiamo chiesto di restituirci un’istantanea dello stato in cui versano le carceri italiane. Al segretario generale Sappe abbiamo domandato anche a che punto sia il dialogo col ministro Carlo Nordio, ed ecco cosa ci ha risposto.

Carceri, Donato Capece (Sappe) a Notizie.com: “Subito un tavolo tecnico col ministro. Interlocuzione con Nordio? Muto alle nostre richieste”

Donato Capece, segretario generale Sappe a Notizie.com, foto Ansa

Segretario Capece, la cronaca in questi giorni riporta l’attenzione dell’opinione pubblica sullo stato di degrado e difficoltà in cui versano molte carceri nel nostro Paese, ci dice cosa serve per rendere questi luoghi di detenzione più umani e dignitosi?

“Chiediamo subito un tavolo tecnico al ministro Nordio con tutte le sigle sindacali collegate al mondo del carcere. Nordio deve conoscerne le criticità, non limitandosi solo a visite spot. Il carcere è un mondo variegato, spesso i cittadini che sono detenuti vengono abbandonati a loro stessi e lasciati morire. Sono dimenticati. Occorrono maggiori misure alternative alla detenzione, misure extra-moenia che potrebbero essere indicate dallo stesso magistrato”.

Per aiutarci a capire meglio, segretario Capece, ci dice quali sono i numeri delle persone attualmente detenute. Quali invece quelli degli agenti della polizia penitenziaria?

“Le presenze ad oggi sono 58mila; la capienza ottimale è di 48mila posti. Siamo dunque fuori legge. 10mila persone sono in carcere in posti privi di dignità. Serve una riforma strutturale di questo mondo. La polizia penitenziaria ha nel suo interno forti carenze di personale, e di conseguenza spesso gli agenti non arrivano a coprire le diverse esigenze. La legge ci dice che dovrebbero esserci 42130 persone in servizio. Presenti invece ce ne sono 37 mila. Tra questi molti si occupano tra le altre cose di servizi scorta e piantonamento. Attualmente il rapporto è di un agente a fronte di 75 detenuti dei quali occuparsi. Come riusciamo così a fare il nostro lavoro? 

Cosa non viene capito da chi non conosce il mondo della detenzione in Italia?

“…Che l’agente di polizia penitenziaria debba essere cappellano, psicologo. Insomma deve ricoprire più ruoli in uno. Il carcere è una casba. Persone di nazionalità diverse, che parlano lingue diverse, ce provengono da culture diverse”. 

E col ministro Nordio a che punto è l’interlocuzione?

Non c’è nessuna interlocuzione col ministro. Mai avuto da lui nessuna risposta, benchè ogni nostro comunicato chieda un confronto e un suo intervento. E questo è un male, perchè in questo modo Nordio potrebbe non conoscere mai quali siano le reali esigenze di chi è detenuto o lavora in una struttura carceraria. Siamo aiutati come categoria solo dal sottosegretario Delmastro, ma ripeto non è lui il titolare del dicastero!”

Delmastro come vi aiuta e vi sostiene? 

“Lui ha la delega alle carceri. Le faccio un esempio: i guanti antitaglio, che ci occorrono per le aggressioni che subiamo con le lamette. Delmastro ne ha acquistate 20mila paia. Sono state inoltre riviste le forniture per i caschi, gli scudi, il materiale di prevenzione per combattere eventuali rivolte, che pure ci sono state. Anche qui, Delmastro ha provveduto per 2500 caschi. Si sta anche provvedendo alla istituzione presso i  provveditorati,  di gruppi di intervento operativo  per varie criticità…Come nel caso della figura del negoziatore che possa essere chiamato prima dell’arrivo degli stessi gruppi di intervento. La verità è che del carcere ci si interessa solo quando accadono tragedie…”.

E quali sono stati i casi più eclatanti della recente cronaca?

“I suicidi dei detenuti, quelli in cui purtroppo non abbiamo potuto fare niente. Chiediamo un carcere diverso. Lo ripeto: più agenti, più misure alternative alla detenzione, più ricorso alla tecnologia”. 

A cosa serve la tecnologia? 

“La tecnologia serve ad intercettare, a ridimensionare un fenomeno in ascesa. Carceri sempre più uguali a piazze di spaccio. Con i droni arriva qualunque cosa: droga, armi, telefoni. Questo è il carcere sbagliato. Meno carcere, più territorio“. 

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Luigia Luciani