L’economista delle Bocconi Carlo Alberto Carnevale Maffè attacca il governo Meloni affermando che “preferisce il capitalismo parrocchiale rispetto al libero mercato”. Secondo l’economista il prelievo ai danni degli istituti di credito sarebbe “autolesionista”, portando a far sì che “i mercati finanziari non si fideranno più dell’esecutivo”.
Il professore della Bocconi giudica perciò in maniera lapidaria le scelte dell’esecutivo, andando a comporre il coro di coloro che difendono a spada tratta gli extraprofitti degli istituti di credito realizzati in questi due anni di sofferenza sociale e sanitaria.
Per Maffè, il governo Meloni avrebbe dimostrato “di non essere contro il mercato, ma contro il mercato libero”, puntando a “un capitalismo sorvegliato dallo Stato, per cui se vuoi investire in Italia lo fai alle nostre condizioni: i soldi ce li metti tu, ma le decisioni le prendiamo noi”. Insomma, la destra di Fratelli d’Italia dall’essere tacciata di pericoloso liberismo è finita all’etichetta opposto di un pericoloso statalismo.
Maffè mette al centro del mirino sia la vicenda Kkr, il fondo statunitense che acquisterà la rete unica di Tim, parlando di una “scelta intelligente” da parte degli americani e asserendo che il governo avrebbe fatto bene, invece di puntare al 20 per cento, “a lavorare sul lato della domanda, ovvero la digitalizzazione del Paese, rendendo appetibili gli investimenti sulla rete”.
Sulla calmierazione dei prezzi dei voli, insieme a quello sui profitti delle banche, il giudizio dell’economista è impietoso. “In una notte il governo ha disfatto la fragile tela di credibilità che era riuscito faticosamente a costruirsi”. Nello specifico, quella sulle banche sarebbe “un’azione autolesionista, priva di fondamento economico“, senza contare che “nella relazione al decreto non è neanche stato quantificato il gettito fiscale”, sostiene l’economista bocconiano.
“I mercati finanziari non si fideranno mai più di un governo che si sveglia al mattino e dice che i margini del sistema bancario sono ingiusti perché negli ultimi sei mesi hanno incassato profitti non dovuti“, è la dura conclusione dell’economista di scuola bocconiana, che tuttavia difficilmente scalfirà le intenzioni dell’esecutivo, che pare fermamente convinto di proseguire nella direzione intrapresa, forte di un consenso popolare ed elettorale che lo legittima. Non resta che vedere quali saranno, effettivamente, le reazioni dei mercati internazionali.