In merito alla questione del salario minimo il segretario di ‘Azione’, Carlo Calenda, ne ha parlato in una lettera rilasciata al ‘Corriere della Sera’
Un incontro, quello di venerdì a Palazzo Chigi, che ha lasciato soddisfatto Carlo Calenda. Il segretario di ‘Azione‘ non è voluto assolutamente mancare all’appello da parte della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha rivolto ai leader ed esponenti dell’opposizione. L’argomento principale, ovviamente, non poteva che essere quello relativo al salario minimo. Un tema che ha lasciato molto perplessi personaggi politici come Elly Schlein e Giuseppe Conte. Non del tutto l’ex candidato sindaco della città di Roma che, in una lettera rilasciata al ‘Corriere della Sera‘, ha rivelato il proprio pensiero.
Non sono mancati gli elogi nei confronti della premier: “Ha aperto a un dialogo sulla questione salariale e sul salario minimo con un intervento serio e circostanziato in cui ha espresso dubbi di contenuto sulla nostra misura, a cui tutti i leader delle opposizioni hanno risposto puntualmente e pacatamente“. Poi una critica nei confronti dei quotidiani: “All’indomani dell’incontro tra governo e opposizione sul salario minimo, i giornali si sono per lo più concentrati su una lettura che ricalca gli usuali stereotipi del: ‘chi vince e chi perde’; ‘opposizione divisa o compatta’ eccetera“.
Salario minimo, Calenda: “L’opposizione ha chiarito le proprie ragioni”
Una lettera che è continuata in questo modo: “Al contrario qualcosa di inaudito è accaduto l’altro ieri a Palazzo Chigi. Per due ore leader politici normalmente impegnati esclusivamente ad attaccarsi e accusarsi di essere alternativamente, fascisti o traditori della patria, hanno pacatamente ragionato di una misura complessa, usando dati, letteratura scientifica e concetti giuridici. Al netto del teatrino delle dichiarazioni conclusive alla stampa, in cui ognuno ha parlato ai suoi elettori, a quel tavolo ha fatto per la prima volta da molto tempo irruzione la realtà e la politica come mezzo per cambiarla. È un risultato di enorme portata che non va sciupato”.
In conclusione aggiunge: “Fratoianni, Conte, Magi e Schlein non hanno divagato o rivendicato, ma chiarito in modo convincente le ragioni del salario minimo. Dall’altro lato, la proposta di lavorare insieme per 60 giorni cercando un’intesa con il supporto del Cnel (visto che abbiamo deciso di tenercelo facciamolo lavorare), senza levare pregiudizialmente dal tavolo quanto fatto dalle opposizioni sul salario minimo, è ragionevole”.