Il noto editore Gambero Rosso ha approfondito una spiacevole tendenza che ha invaso le app di “critica” gastronomica, nelle quali si dispensa odio senza filtri
I social e internet hanno permesso a chiunque di divenire critico per qualche istante, di esercitare un vero e proprio potere sull’elemento giudicato, influenzando in minima parte, ma a volte non così minima, gli affari e la vita di un’attività.
Se nel cinema, nell’arte e in altri campi, l’opinione di un critico è semplice da trovare da chi si accinge alla visione di un film in sala, nella gastronomia è sensibilmente più complesso scovare le opinioni di un critico gastronomico e, di conseguenza, spesso si tende a rifugiarsi nelle app in cui milioni di utenti riversano le proprie idiosincrasie non filtrate nei confronti delle attività lavorative.
Il Gambero Rosso, gruppo editoriale occupato nell’ambito della critica gastronomica, ha evidenziato come ciò che originariamente doveva essere una piattaforma alternativa alle guide tradizionali, ovvero TripAdvisor, si è trasformata nel “Campo di Battaglia” dei clienti insoddisfatti, dove si sfogano recensendo negativamente alcuni ristornati per motivi futili o parziali. Stiamo parlando di TripAdvisor, spesso considerato un’arena “democratica” dove tutti possono condividere le proprie opinioni, critiche e recensioni. Tuttavia, negli anni, sembra essere diventato più simile a un terreno di battaglia per antipatie o piccole vendette, piuttosto che un luogo sereno per la condivisione di esperienze culinarie. Questo è quanto sostiene un rinomato mensile dedicato agli appassionati di cucina.
Una questione riemersa prepotentemente in occasione del celebre “toastgate”, ovvero quella polemica scaturita da una proprietaria di un bar a Gera Lario, che ha applicato un sovrapprezzo di due euro a un panino, poiché le era stato chiesto di dividerlo in due. Un altro caso riguarda un collega dell’Osteria del Cavolo di Finale Ligure, che ha richiesto due euro aggiuntivi per un “piattino di condivisione” tra i commensali. Questi episodi sono stati oggetto di numerose recensioni su TripAdvisor, provenienti anche da persone non direttamente coinvolte, che desideravano semplicemente affossare un’attività commerciale.
Secondo il Gambero Rosso, “sperimentare personalmente un luogo prima di giudicarlo è essenziale, mentre il risentimento è opzionale“. L’aggiunta di risentimento e polemica ha portato la piattaforma a “sospendere temporaneamente la pubblicazione di nuove recensioni” per l’Osteria del Cavolo, una sorta di “tempesta di negatività” a cui mettere un freno. Il Gambero Rosso invita ora TripAdvisor a riflettere se questi episodi di dispute su panini e piattini possano segnare l’inizio della sua decadenza. Se una piattaforma che si propone di condividere esperienze gastronomiche non è in grado di difendersi, non solo dai critici pieni di rancore, ma almeno da quelli che non hanno nemmeno partecipato all’esperienza e intendono esercitare un potere, invece di esprimere semplicemente un’opinione.