In merito all’alluvione che ha colpito la sua regione, ovvero l’Emilia-Romagna, il sindaco di Cesena Enzo Lattuca ha rilasciato una intervista ai microfoni del quotidiano “La Stampa” dove ha attaccato la premier Giorgia Meloni
A distanza di mesi da quel tragico episodio che ha distrutto una regione intera e lasciato sotto shock il Paese, arrivano le dichiarazioni da parte di Enzo Lattuca. Il primo cittadino di Cesena non le manda assolutamente a dire alla premier, Giorgia Meloni. Nel corso di una intervista rilasciata al quotidiano “La Stampa” il sindaco ha attaccato la presidente del Consiglio. Queste sono alcune delle sue dichiarazioni a riguardo: “Le sue parole sono una offesa ai cittadini che hanno perso tutto, una risposta burocratica e distante”. Una regione, quella dell’Emilia-Romagna, che sta continuando a fare la conta dei danni.
Una lettera, quella scritta proprio dalla premier, che proprio non è riuscito a digerire il giovane sindaco. Ricordiamo che Cesena è stata una delle città maggiormente colpite e che ha avuto non pochi danni. In merito alla stessa lancia nuovamente un appello. Anzi, un piano per poter mettere in sicurezza i territori: “Bisogna fare in modo che quanto successo non accada più”. Allo stesso tempo chiede misure decisamente più urgenti al governo, in modo tale che lo stesso non tentenni più. Poi sempre in riferimento alla Meloni afferma: “Prima dice che non bisogna cedere alla fretta e alla frenesia che pare rispondere al desiderio di qualcuno di avere un po’ di visibilità, alimentando polemiche inutili”.
Sempre nel corso dell’intervista ci tiene a precisare che la fretta, in questo momento, non è tanto dei sindaci ma dei cittadini. Gli stessi che stanno spingendo per ritornare e riavere le loro case. “Cosa gli dobbiamo dire: che hanno troppa fretta? Queste parole sono un’offesa a loro. Sono passati tre mesi, non è arrivato un solo euro. Inoltre, la nostra fretta è anche operativa. Per il ripristino delle situazioni in collina i lavori si possono fare solo in estate. In autunno/inverno sull’Appennino piove o fa molto freddo. È impossibile lavorare”.
Anche se, allo stesso tempo, il governo ammette che i fondi ci sono: “I fondi messi a disposizione con il decreto del 1 giugno sono 1,6 miliardi, non 1,8 come sostiene Meloni. 1,2 miliardi di questi non sono spendibili fino al 30 settembre. La nostra proposta è quella di riprogrammare le risorse perché sono state allocate male. Ci sentiamo abbandonati. Meloni non parla più di noi nelle interviste e neanche nella sua agenda“.