Giuseppe Conte ha voluto replicare alle dichiarazioni rilasciate da Giorgia Meloni nelle ultime ore. Lo ha fatto in una tripla intervista rilasciata ad altrettanti quotidiani: ‘Corriere della Sera’, ‘Repubblica’ e ‘Stampa’
Giuseppe Conte non ha dubbi: il governo, per quanto riguarda il salario minimo, vuole una guerra tra poveri. Non si è fatta attendere la risposta da parte del leader del ‘Movimento 5 Stelle’ in una tripla intervista rilasciata a ‘Repubblica‘, ‘Corriere della Sera‘ e ‘Stampa‘. Attacchi continui non solo alla squadra formata da Giorgia Meloni, ma a tutto il mondo della destra: per il politico pugliese passata da essere sociale ad asociale. Queste sono alcune delle sue dichiarazioni prendendo, ovviamente, di mira l’attuale presidente del Consiglio: “Per racimolare qualche voto alle Comunali, Meloni ha parlato delle tasse come pizzo di Stato, creando una cultura tossica che disincentiva i contribuenti dal pagare il dovuto.
In autunno il governo si troverà ad affrontare il caro mutui e il caro affitti“. Sui compromessi aggiunge: “Se l’obiettivo è spaccare il Paese e dividere i lavoratori, dopo averlo fatto già sul rdc e autonomia, noi non siamo disponibili. Vogliamo riconoscere dignità del lavoro a quasi 4 milioni di lavoratori. Incontro Palazzo Chigi? Ai limiti del surreale. Dopo quattro mesi di discussione in Parlamento il governo si è presentato senza uno straccio di soluzione. L’unica idea è quella di valorizzare il Cnel di Brunetta“. L’opposizione (tranne Italia Viva di Matteo Renzi) non cambia idea e continuerà a fare pressione sul governo in merito al salario minimo. Confidando negli italiani: “In un solo giorno abbiamo raccolto 100mila firme. In autunno faremo contare la voce dei lavoratori”.
La Meloni ha avuto da ridire (sulla proposta delle opposizioni) perché non specificava i costi della misura. Conte replica: “Sono diversivi. Abbiamo lasciato al governo il compito di stabilire la durata, l’importo e l’estensione delle agevolazioni. Siamo disposti a scrivere noi quel capitolo della manovra“. Capitolo tassa sugli extraprofitti delle banche: “Si tratta di una norma scritta tardi e male, andrebbe estesa.
Andavano coinvolti gli operatori del settore. Meloni ne parli con Crosetto e potrà verificare che l’industria bellica in Europa ha segnato un più 23% in Borsa da inizio anno“. Le critiche nei confronti della premier non sono affatto finite qui. “L’unica battaglia vinta da Meloni è quella contro il rave party di Modena. Per il resto registriamo solo sconfitte: dal pos alle accise sulla benzina, dalle trivelle al Mes, fino ai migranti”.