In merito alla questione degli extraprofitti che riguardano le banche (e non solo) il vicepremier Antonio Tajani ha voluto fare chiarezza: lo ha fatto in una intervista al ‘Corriere della Sera’
A quanto pare ci sarebbe un po’ di tensione nella maggioranza per quanto riguarda la vicenda degli extraprofitti sulle banche. Soprattutto dopo l’intervista che la premier Giorgia Meloni ha rilasciato ai microfoni di ‘Repubblica‘, ‘Corriere‘ e ‘Stampa‘ affermando che si tratta di una iniziativa che ha voluto fortemente lei. Peccato che, a quanto pare, quelli di ‘Forza Italia‘ non ne sapevano assolutamente nulla. Come confermato dallo stesso Antonio Tajani in una intervista al ‘Corriere della Sera‘. Il neosegretario del partito fondato da Berlusconi ha rivelato il suo pensiero in merito.
Queste sono alcune delle sue parole: “Noi di Forza Italia non ne sapevamo nulla, certe cose vanno concordate. E il provvedimento va modificato”. Sempre quanto riportato il noto quotidiano italiano, però, pare che il chiarimento tra i due ci sarebbe stato grazie anche al fatto che negli ultimi giorni si sono sentiti in più occasioni. Adessi i rapporti sembrano essere buoni, ma allo stesso tempo il vicepremier predica calma: “Capisco quello che dice Meloni, ma resto della mia idea”. Insomma, Tajani non intende assolutamente indietreggiare di un singolo centimetro.
La Meloni, invece, sempre riferendosi al vicepremier ha aggiunto: “Tajani ha posto un problema di metodo, lo capisco. Ho coinvolto in minor misura la maggioranza perché la questione, diciamo così, non doveva girare troppo. Ad Antonio l’ho spiegato. Era una materia delicata, me ne assumo tutta la responsabilità“. Allo stesso tempo il partito azzurro chiede maggior coinvolgimento e condivisione per quanto riguarda le scelte. A settembre approderà in Parlamento il provvedimento specifico. La richiesta è di modifiche sostanziali.
Tajani aggiunge: “Questa vicenda non ha a che fare con la stabilità del governo”. Poi dà un altro consiglio: “Serve tutelare le piccole banche, escludendole dalla tassa, perché sono le banche del territorio, le più vicine ai risparmiatori e perché, per come è oggi la norma, finirebbero per pagare in proporzione più dei colossi bancari stranieri”. In conclusione aggiunge: “Deve essere pensato un sistema di deducibilità e un preventivo confronto con i rappresentanti delle banche e assicurare che si tratterà di un intervento una tantum”.