“Hanno provato ad avvelenarmi”, le parole della coraggiosa cronista

Arriva il racconto della giovane cronista russa che hanno provato ad eliminare grazie all’avvelenamento: le parole di Elena Kostyuchenko

Nel marzo dello scorso anno venne chiuso, dalle autorità russe, il giornale “Novaya Gazeta“. Quest’ultimo è un giornale che è stato definito indipendente. In un primo momento fu di Anna Politkovskaja. Tra i redattori e cronisti spunta proprio la donna che vedete inquadrata in foto. Si tratta di Elena Kostyuchenko. Un articolo, scritta proprio da quest’ultima, che vuol dire tanto. Tanto da mettere a rischio la sua vita con affermazioni molto dure ed, allo stesso tempo, importanti. Ci tiene a precisare che il suo obiettivo è quello di continuare a vivere.

Un articolo che è stato pubblicato dal sito “Meduza“. Non è stato affatto facile per Elena visto che ha raccontato di aver subito continue minacce di morte. Non solo: quando si trovava in Germania qualcuno ha tentato anche di eliminarla. In che modo? Con del veleno. Il tutto, però, ha avuto inizio il giorno dopo l’invasione della Russia in Ucraina. In quel momento la giovane viene mandata al fronte. Il 26 febbraio si trova ad Odessa, il 28 marzo a Zaporizhzhia. Proprio nel giorno in cui le autorità di Mosca decidono di chiudere il giornale per cui lavora.

Il racconto della giovane cronista
Elena Kostyuchenko (screenshot video YouTube) Notizie.com

Poco importa visto che decide di partire lo stesso per Mariupol. Poche ore più tardi, però, il suo caporedattore la avverte: “I ceceni di Kadyrov ti stanno cercando per ucciderti“. Una notizia che viene confermata anche da una fonte di intelligenze. Consigliano la giornalista di lasciare l’Ucraina. In un primo momento non vuole, poi si fa convincere. Torna in Russia, ma i colleghi la fermano. “La sera del 28 aprile Dmitri Muratov (direttore di Novaja Gazeta) mi ha chiamato, parlava molto piano. Mi ha detto: ‘So che vuoi andare a casa, ma non puoi tornare in Russia, verrai uccisa. Ho riattaccato il telefono e ho iniziato a urlare. Mi sono fermata sulla strada e ho urlato“.

Alla fine di settembre, sempre dello scorso anno, va a Berlino con diversi reportage dall’Iran. Anche se il suo obiettivo era di ritornare, quanto prima, in Ucraina. Ottiene un visto e va a Monaco, al consolato. Anche se durante il viaggio succede qualcosa. A pranzo una coppia si siede al tavolo accanto al suo. Successivamente inizia a non sentirsi bene ed a sudare freddo. Si sentiva debole e confusa, quasi come se stesse per svenire. Si pensa addirittura al Covid, ma i medici negano questa ipotesi. La situazione peggiora: dolori allo stomaco, gonfiori agli arti e al viso, emicranie violentissime.

Il racconto della giornalista avvelenata: “Colleghi, state attenti”

Fino a quando uno dell’equipe medica non esclude l’ipotesi di avvelenamento. Tanto è vero che la polizia tedesca la rimprovera per non aver lanciato subito l’allarme. In merito a ciò la giornalista nel suo articolo ha scritto: “Durante il periodo in cui ho lavorato alla Novaya Gazeta, quattro colleghi sono stati uccisi. Sapevo che i giornalisti venivano uccisi. Ma non volevo pensare che potessero uccidere me. Mi teneva lontano da questi pensieri il disgusto, la vergogna e la stanchezza. Mi disgustava pensare che ci fossero persone che mi volevano morta“.

Il racconto della giovane cronista
Elena Kostyuchenko (screenshot video YouTube) Notizie.com

La polizia tedesca archivia il caso, ma il fatto che possa essere stata avvelenata rimane molto forte. In conclusione la giornalista afferma: “Tra poche settimane uscirà il mio libr. Racconto di come la Russia è arrivata al fascismo. La polizia ritiene che l’uscita del libro potrebbe essere un fattore scatenante, che le persone che hanno cercato di uccidermi in Ucraina e forse hanno provato a farlo in Germania ci riproveranno“. Poi l’appello ai suoi colleghi: “State attenti, molto più di me. Non siamo al sicuro fino a quando il regime non cambierà“.

Gestione cookie