Il caro prezzi e lo scontrino folle. Sono il trand dell’estate 2023. Social impazziti, post di turisti e non che pubblicano foto delle spese sostenute a pranzo, a cena, all’aperitivo, al momento del caffè. Notizie.com ne ha parlato con Daniele Frontoni, titolare della storica Pizzeria Frontoni, a Roma dal 1940
Di buon mattino, in una delle tante chat con le quali ciascuno di noi è chiamato quotidianamente a fare i conti, arriva la foto di uno scontrino di fine pasto durante la “cara” estate 2023.
La chat in questione è privata, colleghi giornalisti che si scambiano per passione e mestiere informazioni e indiscrezioni. Ma siccome anche i giornalisti vanno in vacanza di tanto in tanto, ecco che dalla splendida Porto Santo Stefano una collega che di abitudine frequenta i palazzi della politica si interroga e ci interroga, “Per 2 antipasti, un primo, un bicchiere di acqua e uno di vino, spesi 60 euro. Non vi pare troppo? Ed eravamo in uno dei ristoranti più economici della nota località balneare della Toscana!”. “Sempre meno cara di quel che accade sul lago di Garda e il lago di Como!”. Replica nella stessa chat un’altra giornalista. “Fate come me – arriva il consiglio di un noto inviato di una trasmissione Rai – contro il caro vacanze, panino fai da te. E poi gita in montagna, e arrivi in cima senza essere spennato”.
Ma parte della vacanza spesso e volentieri è anche non dover cucinare e godersi il pranzo o la cena coi piedi dentro l’acqua, o davanti ad un panorama mozzafiato. Certo pagare il servizio è nelle cose, ma strapagarlo pure? La polemica tra ristoratori e consumatori proprio per servizi ( extra) e costi esagerati sembra non avere una fine. Da una parte i gestori -“esausti” dalle ormai continue critiche per i prezzi definiti “gonfiati” e per le recensioni ( negative) del web, dall’altra i commensali che documentano le cifre “folli” per banali consumazioni. Abbiamo letto tutti dei due euro per il taglio del toast in un bar del comasco, il sovrapprezzo di altri 2 euro a una mamma che aveva chiesto un piattino per far assaggiare un po’ di trofie al pesto alla sua bambina. Ad Ostia (lungomare di Roma) due giorni fa è spuntato uno scontrino con sei euro in più per il taglio e il servizio della torta.
Notizie.com, ha voluto chiedere allora a Daniele Frontoni, titolare della storica Pizzeria Frontoni a Roma dal 1940, se far pagare certi “servizi” al cliente sia normale, e se davvero questa è un’estate all’insegna del caro-prezzi. Per chi paga, ma anche per chi “vende”. Daniele Frontoni ogni sera sulla sua splendida terrazza in via Assisi, accoglie centinaia di persone e sforna, di conseguenze, centinaia di pizze. Sempre in “linea” con le tendenze del momento. Giovane imprenditore dalle idee in movimento, conosce bene come fronteggiare le smanie di chi sceglie di mangiare da lui.
Daniele Frontoni, la sua è una famiglia che in città ha fatto la storia nella ristorazione e non solo. Ogni sera nel suo locale ospita di media 200 persone, e quindi immagino debba essere attento al servizio, ai servizi, che decide di offrire. Come la mettiamo coi social e con la moda che impazza, quella di postare scontrini folli? Chi ha ragione e chi ha torto?
“I social sono un potere in mano a questa generazione. Sono un aiuto anche per chi fa il mio lavoro, ma possono diventare anche una gogna mediatica. Mi spiego meglio…Ti trovi male in un locale? Un tempo valeva la recensione porta a porta. Se non mangiavi bene, in quel ristorante non tornavi. Oggi invece coi social i clienti hanno in mano un’arma pericolosa, e per un disservizio un locale rischia anche di affondare”.
Ok, capisco la questione, ma lei il taglio di un toast a metà o un piattino in più per dividere una pietanza con il proprio bambino, lo farebbe pagare?
“Io coi social ci gioco e provoco anche…Ad esempio proprio qualche giorno fa ho postato una storia in cui dicevo “venite da noi, il toast ve lo tagliamo gratis, che poi nel mio caso sarebbe la pizza!”
E come la mettiamo col servizio di taglio della torta? Un utente Facebook ha raccontato del servizio che gli è stato fatto pagare ad Ostia prima di Ferragosto. Anche qui, si fa o non si fa?
“Allora, è un discorso che voglio articolare bene. Nella mia pizzeria, fino ad una settimana fa questo servizio non veniva fatto pagare, poi accade che le persone se ne approfittino, e allora adesso lo sporzionamento della torta portata da fuori (ovviamente dietro regolare scontrino, perchè non possiamo somministrare cibo del quale non conosciamo la provenienza) ha un prezzo di 1 euro a persona”.
Cosa non capisce il cliente davanti al servizio che viene fatto pagare?
“Che come in tutte le cose, dietro c’è un mondo…Se divido una torta in 24 porzioni, userò 24 cucchiaini, 24 piattini, che una persona dedicata dovrà portare e riportare al tavolo. E qualcuno quei piatti dovrà lavarli. Aggiungo: se mangi una torta portata da fuori, nessun problema, ma è chiaro che finisce che i miei dolci non li ordini. Dovrai usare però il mio frigorifero…e ogni sera può capitare di festeggiare 10-20-30 compleanni. Quindi moltiplichiamo i costi, e alla fine dico che far pagare quel servizio sia giusto. Però io dò anche la possibilità al cliente di farsi solo il taglio della torta, e molti optano per questa scelta. Io poi sono l’ultimo dei romantici, cerco sempre di far star bene le persone, di farle sentire a casa propria. Questo è il segreto del nostro lavoro”.
Poi c’è chi se ne approfitta…
“Una follia di alcuni dettata anche dal periodo storico, ma gli eccessi, le cose inadeguate, minano il nostro lavoro di ristoratori e imprenditori. Chi specula sbaglia! I prezzi sono chiaramente e oggettivamente saliti. Dietro una pizzeria c’è una catena…Prima della pandemia, per fare un esempio pratico, una latta di olio di semi di girasole da 25 litri la pagavi entro gli 80 euro. Oggi può arrivare a costarne anche 140. E poi c’è la mozzarella, il pomodoro, lo stipendio dei camerieri, la bolletta della luce…”
Lei come ha fatto fronte al caro prezzi?
“Ho dovuto aumentare in listino i prezzi delle pizze speciali e di quelle normali, passandole rispettivamente da 12 a 15 e da 8 a 10 euro. Ma il cliente comprende che è un costo adeguato ai tempi. E poi devi inventare, innovare, proporre. Io batto sulla stagionalità e i miei menù sono 2 l’anno: collezione primavera-estate e collezione autunno-inverno. Da Ottobre, dopo le pizze “abbinate” al proprio segno zodiacale, chi verrà da noi troverà anche i personaggi della Marvel. Ma di più non svelo, questa è già un’anteprima”.
Chi fa impresa, a cosa non deve rinunciare?
“Ma, io parlo per me. Cercherò sempre di preservare l’umanità delle cose e delle persone. Se una mamma di un bimbo arriva da te e ti chiede di cuocere la pastina per suo figlio, anche se non è un servizio in menù, come fai a dirle di no?”