Il ministro Calderone in un’intervista a ‘Libero’ è tornato sul salario minimo ribadendo che la posizione del governo è molto simile all’Unione Europea.
Il salario minimo continua ad essere al centro del dibattito politico. Nonostante l’incontro avvenuto poco prima di Ferragosto, le posizioni di maggioranza e opposizioni sul tema sono completamente differenti. E l’argomento è stato affrontato dal ministro Calderone in un’intervista rilasciata a Libero.
“La commissione negli ultimi giorni ha ricordato che l’obiettivo in materia di salario minimo deve essere quello di adeguarlo e non imporlo con una legge – ha sottolineato il ministro del Lavoro – è stato anche fatto un chiaro riferimento alla promozione della contrattazione collettiva e alla possibilità di aumentare la sua copertura anche in Paesi, come il nostro, dove l’80% è stato ampiamente superato“.
Calderone: “Sono due gli interventi da fare”
In questa intervista il ministro Calderone ha garantito che nel mondo del lavoro sono due gli interventi da fare: “Esiste il lavoro povero, ma anche la perdita di potere d’acquisto di salari più alti, ma sui quali bisogna assolutamente fare qualcosa. La ricetta non può essere uguale e anche la Commissione Europea ci dice che l’unica strada possibile è quella della contrattazione. Ma in questo momento il vero nodo è la produttività“.
“Noi ci muovevamo in modo diverso da Francia e Germania – ha spiegato l’esponente del governo – e per questo abbiamo deciso di intervenire immediatamente per portare a maggiore assunzioni con misure come il taglio del cuneo fiscale. Oltre naturalmente a sostenere i redditi più bassi con decontribuzione e bonus“.
“Andiamo avanti anche senza accordo con le opposizioni”
Il ministro Calderone ha anche le idee chiare su come si muoverà il governo sul tema anche senza accordo con le opposizioni: “Il premier ha più volte ribadito che i provvedimenti riguardanti il lavoro faranno parte della prossima legge di bilancio. E’ una scelta fatta per sostenere l’Italia nel suo complesso e superare il cosiddetto mismatch che c’è tra domanda e offerta, in una prospettiva che guarda al lungo termine. Anche perché dobbiamo rispettare le tempistiche del Pnrr“.