L’ex numero uno dell’Inps è nei guai per via di un esposto contro il metodo dell’Rdc presentato da uno dei giudici della Corte dei Conti
Un’accusa grave, gravissima. E pesante. Perché a dirla anzi a scriverla sotto forma di esposto non è una persona qualunque, ma Antonio Buccarelli magistrato della Corte dei Conti che accusa la gestione dell’Inps di Pasquale Tridico che, secondo lui, avrebbe regalato quasi un miliardo di euro a furbetti e truffatori, attraverso il Reddito di Cittadinanza. Una tesi che rischia di aprire un buco nero all’interno della macchina burocratica e che potrebbe far venire fuori di tutto e di più.
La cifra è di circa 900 milioni di euro ed è stata ricavata dalla revisione delle tabelle di bilancio dell’esercizio del 2021 dell’Inps. Il timore, assai elevato, vista la tendenza della situazione e quello che sta emergendo, è che la somma possa essere anche superiore se si dovessero accorpare gli esercizi degli anni 2020 e 2022. Si sta studiando tutto e a breve potrebbero venire fuori altre cose e soprattutto altri numeri. E la paura è che possano essere da capogiro.
Per quanto dice e scrive il magistrato Buccarelli nel suo esposto presentato alla Corte dei Conti “non risulta essere stata posta in essere una attività di controllo successiva all’accoglimento delle domande sulla base delle autodichiarazioni dei requisiti, limitandosi l’Istituto a interrompere le erogazioni illegittime volta per volta segnalate dall’Autorità giudiziaria o di polizia“.
Non solo. Si specifica, sempre nell’esposto che non sarebbero state messe in atto “ad avviare le procedure di recupero a decorrere dal 2021“. Secondo il magistrato l’ente previdenziale avrebbe posto in essere “una gestione indebiti dedicata solo nel 2021 e che fino a tale annualità non sarebbe posta in essere alcuna attività di recupero“.
Le accuse non sono solo quelle relative alla gestione dei soldi. O meglio sono soprattutto queste, ma anche nella circolazione del denaro, ci sono state mancanze gravi secondo Bucarelli e vuole assolutamente presentare il conto a Tridico, non certo perché sia stato lui, ma in quanto controllore e responsabile doveva lavorare meglio. Questo in sintesi e secondo il magistrato della Corte dei Conti non l’ha fatto bene anzi malissimo. Basti pensare che negli anni 2021 e 2022 i pagamenti non dovuti, cioè “i soldi che sono andati in tasca a persone che non ne avevano diritto”, che risultano accertati sono stati pari a 791.380.228,22 e di questi quelli ancora da recuperare sono 671.232.396,07.
Ma non è tutto. Secondo la segnalazione dell’elevato numero di domande presentate e autorizzate dall’Inps, c’è una stima secondo la quale l’indebito aggregato sulle annualità 2019 e 2020 potrebbe ammontare a circa 900 milioni di euro“. L’Inps, insomma, sotto la gestione Tridico, avrebbe cercato di far passare per “storno” ciò che storno non era, ovvero il rimborso di un “pagamento non dovuto mentre l’ente previdenziale avrebbe chiamato storni delle interruzioni delle ricariche della carta del Reddito di cittadinanza”. E parecchie di queste interruzioni sono avvenute per la maggior parte dei casi nell’ultimo dei 18 mesi di fruizione. E la legge non ammette deroghe o errori su questa materia, anche perché l’Inps avrebbe dovuto eseguire i controlli “sul possesso dei requisiti entro 5 giorni lavorativi dall’erogazione del sussidio anche perché l’ente previdenziale aveva accesso a tutte le banche dati utili per la verifica“