Dopo una breve pausa, Carlo Calenda ritorna a parlare e lo fa in un’intervista a ‘La Repubblica’. Diversi i temi toccati tra cui una collaborazione con Pd e M5s.
In attesa che riprendano i lavori in Parlamento, la politica non si ferma e sono diversi i temi al centro del dibattito. Tra questi c’è sicuramente il salario minimo, un tema che ha unito le opposizioni. “E’ una battaglia di merito – ha sottolineato Calenda in una intervista a La Repubblica – ma anche la volontà di parte del Paese di riequilibrare il rapporto tra guadagno e ricchezza. La petizione? Le firme sono un modo per mettere pressione a questo esecutivo. Va tenuto vivo il dialogo“.
Salario minimo che, come detto, ha aperto ad una collaborazione tra le opposizioni. “Siamo pronti a farlo anche su Pnrr e sanità – ha assicurato il leader di Azione – è chiaro che ci sono posizioni diverse, ma su alcune cose possiamo collaborare, come di volta in volta cerco anche un accordo con il governo“.
Calenda: “Nel centrodestra comanda Giorgia Meloni”
Calenda ha parlato anche delle idee diverse che sembrano esserci nella maggioranza su alcuni temi come extraprofitti ed Europee: “Tajani non ha la forza politica ed elettorale per mettere in difficoltà questa maggioranza. Secondo me è tutto marketing in vista delle prossime elezioni. Alla fine nel centrodestra comanda Meloni“.
Anche se il leader di Azione è sicuro che non ci saranno derive fascistoidi: “Non vedo questo rischio. L’Afd è molto più a destra, ma Salvini e Meloni una volta al governo sono stati costretti a rimangiare tutte le bordate estremiste che hanno detto“.
Il rapporto con Renzi
In conclusione di questa intervista per Calenda un passaggio sul rapporto con Renzi: “Noi abbiamo già divorziato. I gruppi parlamentari uniti? E’ un po’ ridicolo, ma non posso farci nulla. Nel simbolo c’è il mio cognome e quindi la decisione spetta a Italia Viva e non a noi. Al momento l’unica certezza è rappresentata dal fatto che siamo due forze politiche diverse e alle Europee correremo da soli“.